Questo è uno spettacolo rock n’ roll, non un cazzo di TV show“. Buonasera Lucca, da Liam Gallagher.

Già  ci avevano pensato gli amici Kasabian a riscaldare la serata già  di per sè bollente, con un Pizzorno che regge praticamente da solo la scena con tanto di improbabile maglia tarocca di Maldini era nazionale sacchiana: difficile, comunque, digerire l’assenza di Meighan. Ma questo è un altro discorso, e un’altra storia. Perchè lì sono tutti per lui, Liam.

Già  “I Am The Resurrection” di casa The Stone Roses in sottofondo aveva acceso la miccia dei brit-fan, poi dopo una piccola entrèe con un coro da curva Man City, c’è “Fuckin’ in the Bushes” di casa Oasis ad apparecchiare per l’ingresso di RKID: pubblico in visibilio.

30 gradi, 90 percepiti, e Liam sfoggia giaccone mimetico ottimo per la caccia al cinghiale in Garfagnana: estasi.

E per mandare subito in pappa il cervello dei mad fer it, ecco un trittico Oasis: “Hello”, “Rock n’ Roll Star”, “Morning Glory”: pelle d’oca e già  quasi knock-out. Per calmare le acque serve mettere sul piatto la (non esaltante) produzione propria, compresa roba del nuovo album. Ma è un altro tris Oasis ad infiammare di nuovo gli astanti: “Stand By Me”, “Roll It Over” (che bel ripescaggio!) e “Slide Away”. Sono mazzate, mazzate per tutti.

Ancora roba propria (più “Soul Love” dal repertorio Beady Eye) e la chiusura è affidata ad un nuovo poker Oasis che manda tutti a casa (in tutti i sensi): “Cigarettes & Alcohol”, “Wonderwall”, “Supersonic” e la magniloquente chiusura affidata a “Champagne Supernova”.

Si può dire quel che si vuole di Liam Gallagher, soprattutto sullo spessore musicale. Di più, il 95% delle emozioni, sono quando dà  voce ai brani scritti dal fratello Noel non oltre l’Annus Domini 2000: ma come animale da palco, Liam Gallagher è davvero uno degli ultimi eroi pop-rock.

Fatevene una ragione.

Foto: Stefan Brending