Dopo due anni di assenza a causa della pandemia è fantastico poter ritornare in piazza Lusvardi a Soliera per assistere a un paio di concerti molto interessanti all’interno di Arti Vive, il delizioso festival che ogni estate porta nella cittadina modenese artisti internazionali di grandissimo spessore.

Oggi siamo alla seconda serata per quanto riguarda la musica ““ ieri avevano suonato gli Algiers ““ e gli ospiti presenti sul palco della rassegna emiliana saranno ben due, gli statunitensi Nothing e gli inglesi Porridge Radio.

E’ proprio il gruppo di Philadelphia ad aprire i giochi sul grande stage di una piazza Lusvardi piuttosto piena: Domenic Palermo e compagni presentano il loro quarto album, “The Great Dismal”, uscito a fine 2020 via Relapse Records, ma mai potuto portare in tour praticamente fino a quest’anno.

Come ci aveva anticipato proprio il frontman nella nostra intervista di pochi giorni fa, la setlist del gruppo della Pennsylvania è però composta da brani presi da tutta la loro carriera.

Non ci sorprende per nulla, infatti, ritrovare la vecchia “Somersault”, estratta dal loro esordio sulla lunga distanza “Guilty Of Everything”, datato 2014: il brano parte con toni riflessivi e sognanti senza alcun particolare segno di violenza, crescendo pian piano per poi esplodere, lasciando però uscire la melodia dal rumore, in un susseguirsi di emozioni.

Più avanti “In Blueberry Memories”, invece, ci mostra il lato più potente dei Nothing con una strumentazione shoegaze e aggressiva, accompagnata però da vocals malinconici e dolorosi e da sensazioni melodiche davvero convincenti.

Poco più di cinquanta minuti per il gruppo capitanato da Domenic Palermo, ma di grande sostanza: un set in cui la band statunitense ha trovato il giusto equilibrio tra il passato più heavy e un presente che la vede aprirsi verso toni più leggeri e puliti.

Verso le dieci e quarantacinque ecco salire sul palco i Porridge Radio, che questa sera svolgono il ruolo di headliner, freschi di pubblicazione del loro terzo LP, “Waterslide, Diving Board, Ladder To The Sky”, uscito a maggio via Secretly Canadian.

Il loro concerto si apre con il singolo “7 Seconds”, uscito a fine 2020 e mai incluso in alcun album: se la sua versione originale tendeva verso territori synth-pop, stasera ci pare che la chitarra di Dana Margolin prenda il sopravvento, accelerando il ritmo e iniziando a esaltare un pubblico che stava aspettando adorante il gruppo inglese; il finale del brano, invece, è più delicato e romantico.

Incredibilmente eccitante la recente “Birthday Party”, costruita con synth e chitarra: la canzone sa crescere pian piano fino a un’esplosione che sembra volerci portare addirittura su terreni dalla potenza shoegaze, mentre la frontwoman continua a gridare quasi disperatamente: “I don’t wanna be loved”.

La successiva “Splintered”, disegnata intorno al suono dell’organo di Georgie Stott, ha un atmosfera soave e angelica, ma poi sono il drumming di Sam Yardley e la voce della Margolin ad aggiungere un’inaspettata energia al brano.

“End Of Last Year”, dove le tastiere sono ancora protagoniste, è decisamente più tranquilla, riflessiva e pop, ma sono ancora i vocals di Dana a disegnare squisite melodie e dare una direzione più o meno energica al pezzo.

“Jealousy” è caratterizzata da continui cambi di ritmo e di umore e non possiamo fare a meno di segnalare come di nuovo la voce della frontwoman sappia aggiungere una passione viscerale all’anima di questa canzone.

Poppy e leggera, “Long”, estratta da “Everybad”, regala al pubblico melodie notevoli disegnate con chitarre e scintillanti synth, mentre il cuore e i sentimenti, seppur dai toni malinconici, non vengono mai a mancare.

“Sweet” è una vera bomba con quelle sue pesanti inserzioni chitarristiche rumorose e distruttive, mentre il singolo “Back To The Radio” chiude il set dopo un’ora con splendide melodie, chitarre indie-rock e tanta adrenalina.

Un concerto che è andato ben oltre le nostre aspettative quello dei Porridge Radio che dal vivo, senza perdere quella loro piacevole anima pop, a nostro avviso si sono dimostrati più energici che su disco e inoltre non possiamo fare a meno di lodare i vocals della Margolin, che oggi hanno saputo dare un perfetto tocco di emotività  alle loro canzoni: in definitiva una serata di grande qualità  e pura magia. Grazie ancora una volta Arti Vive!

Photo Credit: Paul Hudson from United Kingdom, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons