“Blue Skies” è il quarto album dei Dehd, trio di Chicago salito alla ribalta con “Flower of Devotion”, l’ottimo LP uscito nel luglio del 2020. L’elemento distintivo della band è sempre stato l’uso limitato degli strumenti con  Jason Balla  alla chitarra e la bassista Emily Kempf   anche nel ruolo di cantanti e autori principali. Eric McGrady riesce ad arricchire i suoni con la sua semplice batteria ed il risultato è che “Blue Skies” riesce nella difficile impresa di eguagliare la qualità  del precedente lavoro.

La voce della Kempf ma soprattutto la sua personalità  sono e saranno per sempre motivo di godimento per chi ascolta. La naturalezza e la sicurezza che mostra, il suo suonare il basso con il pollice alla Sting, le armonie vocali costruite con Jason McGrady sono l’arma vincente del trio che ha potuto sperimentare in studio – grazie anche a Craig Silvey per il mixing e Heba Kadry per il mastering –  una più sofisticata struttura nella costruzione brani.

Piccolo assaggio di quanto sopra ce lo possiamo gustare ascoltando le mielose “Memories” e “Dream On”
Se il titolo dell’album dovrebbe portare ottimismo e allegria nelle nostre piccole ma importanti esistenze, il condizionale sparisce già  dai primi brani in scaletta, con “Bad Love” e “Bop” che ti si appiccicano addosso dopo un paio di ascolti grazie a ritornelli gioiosi e testi coinvolgenti.
In poco più di mezz’ora i Dehd ci propongono tredici pezzi che hanno una propria identità , una propria particolarità , dall”incastro di voci di “Dream On”, alla leggera e fresca  “Empty In My Mind”, inno all’amore senza razione “give me all of your heart tonught, kiss me like we”re out of time“, per planare sull’arpeggio di chitarra di “Palomino” che accompagna, quasi trasportando, la voce sopita di  Jason Balla.

Non ci sono grosse sorprese in questo nuovo   album ma la vita è fatta anche di sicurezze, quindi, lunga vita  ai Dehd!

Photo Credit: Alexa Viscius