Sempre un piacere ritrovare le melodie agrodolci di Day Wave, il progetto del cantante/strumentista Jackson Phillips, che, finalmente, torna a deliziarci con il nuovo album “Pastlife”. Il disco, come suggerisce il titolo, è una personale riflessione sugli anni che passano e su come certi momenti non dovrebbero essere dimenticati. Nome “relativamente” nuovo quello di Day Wave (la prima uscita risale al 2015) ma, in realtà , già  ben conosciuto e lodato da chi apprezza il nostalgico bedroom-pop dalle tinte dream: inevitabile per noi di IFB scambiare due chiacchiere con l’artista americano.

L’intervista, nella sua forma originale, è contenuta su Rockerilla 502, giugno 2022

Ciao Jackson, come stai? Ho saputo che hai auto anche tu il Covid.
Ciao, le cose vanno bene qui a Los Angeles, da dove ti scrivo. è vero, ho appena passato il Covid, ma ora mi sento molto meglio!

La prima domanda può sembrarti strana, ma sono curioso. Il tuo nome è diventato un grande punto di riferimento per molti nuovi artisti. Ascolto spesso artisti bedroom-pop emergenti che dicono di essere ispirati da Day Wave. Come ci si sente ad essere un punto di riferimento? Forse non te ne rendi nemmeno conto….
Sì, è vero, è una cosa interessante a cui pensare, credo, più che altro, che mi faccia capire da quanto tempo sto registrando canzoni con il nome Day Wave. Sono 7 o 8 anni ormai! Ti confesso comunque che è davvero bello aver fatto musica che ispira artisti più giovani. Non mi sarei mai aspettato che fosse così.

Come stai vivendo (o hai vissuto) questo brutto periodo legato alla pandemia?
La pandemia ha sicuramente cambiato la mia prospettiva su molte cose e mi ha aiutato a capire cosa sia più importante nella mia vita. Sto cercando di essere più presente con i miei amici e la mia famiglia. La pandemia mi ha anche portato a scrivere e registrare parte di questo nuovo disco in diretta su Twitch! Non l’avrei mai fatto altrimenti.

Il titolo “Pastlife” racchiude il significato del nuovo album: una riflessione sul tempo che è passato. Sembra quasi che tu voglia fare il punto della situazione dopo aver passato 30 anni, come se sentissi il bisogno di recuperare i pezzi del passato. Mi sbaglio?
Sì, assolutamente, in un certo senso è come fare un album di ricordi della mia vita e metterli in queste canzoni. Voglio apprezzare quei capitoli passati, piuttosto che fissarli nella mia mente in modo negativo. Anche se questi ricordi sembrano tristi, col senno di poi, di solito c’è qualcosa che potremmo definire agrodolce in ciascuno di essi.

Guardi al passato con rimpianto, serenità  o grande nostalgia?
Penso che, per lo più, guardo al passato con grande nostalgia, ma sto cercando di trovare un rapporto personale più sano con il tempo andato. Mi pare di perdere certi anni o addirittura certe epoche della mia vita e mi ritrovo a cercare di ricreare quelle sensazioni, quando, in realtà , devo essere più a mio agio nel trovare qualcosa di nuovo da sperimentare.

Spesso la tua musica viene definita “malinconica”, pensi che sia la definizione giusta?
Sì, credo che questa definizione sia piuttosto accurata. Sento che ogni volta che vado a scrivere una canzone emergono proprio quei sentimenti malinconici che, almeno a me, sembrano essere più tangibili e accessibili. Credo che sia il mood che mi viene più facile rappresentare.

Come sono nate queste collaborazioni con KennyHoopla e Hazel English?
Kenny e Hazel sono due artisti per cui ho curato la produzione in passato. Penso che, essendo così a mio agio con le loro voci, ho sentito che c’era proprio uno spazio per loro nelle mie canzoni. Sono davvero felice di averli fatti contribuire ed è eccitante approcciarmi in un modo nuovo alla mia musica grazie a queste collaborazioni.

Gli anni passano, ma la tua capacità  di creare melodie irresistibili e così accattivanti non si esaurisce. Mi piace il fatto che sembra tutto così immediato, così spontaneo, come se anche, con pochi elementi, tu fossi un mago dei ritornelli e riuscissi sempre a creare la perfetta canzone pop che entra subito nella testa dell’ascoltatore. Hai un segreto o forse il vero segreto è cercare di essere semplici e spontanei?
Penso che, dopo tutti gli anni in cui ho registrato canzoni, in realtà  apprezzo e metto in campo ancora gli stessi elementi fondamentali, in primis lavorare su una semplice e onesta canzone pop con uno sviluppo chiaro e mi piace quando le registrazioni hanno un carattere memorabile. Quindi cerco di attenermi a questi punti fermi, anche se la mia sensibilità  melodica cambia.

Adoro “Loner”, forse penserai che sono impazzito, ma la chitarra iniziale mi ricorda quasi il flamenco, la musica tipicamente andalusa, che poi incontra i New Order. Cosa ne pensi? Ti sembra troppo stravagante questo accostamento?
Sai che non ci avevo mai pensato, ma ora che me lo dici, capisco perfettamente cosa vuoi dire! Penso che sia il riff delle chitarre acustiche, però lasciami dire che, sicuramente, non era intenzionale!

C’è qualcosa che ti ha colpito o addirittura sorpreso nella registrazione del disco?
Come ti dicevo prima, alcune delle canzoni di questo album sono state registrate durante lo streaming su Twitch, senza alcuna idea preconfezionata di quello che stavo per fare. Quelle canzoni erano “Blue”, “Heart To Rest” e “Loner”. è stata sicuramente una grande spinta riuscire a trovare l’ispirazione sul posto.

In alcune tue vecchie interviste ho letto che hai alcune band di riferimento che sono state la tua “scuola musicale”, cioè Joy Division, New Order, Beach Boys e Pink Floyd! Puoi confermarmi questa cosa? Naturalmente ora faccio fatica a trovare qualsiasi riferimento ai Pink Floyd nella tua musica…
Sì, è verissimo, queste sono alcune delle mie band preferite! I Pink Floyd sono stati il gruppo che mi ha fatto, realmente, venire voglia di suonare con qualcuno. Quando avevo 14 anni ero ossessionato, avevo tutti i loro CD. Quindi lasciami dire che il loro particolare sound potrebbe non essere stato l’influenza principale sul progetto Day Wave, ma da qualche parte c’è, sarà  un po’ lì dentro!

Day Wave è un tuo progetto personale, ma a volte mi chiedo se ti sia mai venuta la voglia di avere di nuovo un gruppo stabile che ti accompagna, come ai tuoi primi tempi quando eri nei Carousel con Kevin Friedman. Ah, anche alla luce del tuo sguardo al passato, che ricordi hai di quella band?
Forse un giorno fonderò una nuova band con alcuni amici, penso che sarebbe davvero divertente. Non sono sicuro di quando questa opportunità  si presenterà , ma vedrai che prima o poi arriverà  quel giorno. Carousel è stato soprattutto un processo di apprendimento per me, piuttosto che un’espressione della mia sensibilità  musicale. Ho imparato molto attraverso quell’esperienza, sia sulla produzione di canzoni sia su come funziona l’industria musicale. Sono stati momenti divertenti.

Sarebbe bello vederti suonare in Europa, hai in programma un tour per presentare l’album anche qui?
Spero proprio di venire in Europa nel 2023: è proprio al primo posto nella mia lista dei luoghi dove devo fare un tour!

Photo: Nikoli Partiyeli