“Tabula Rasa Elettrificata” ha segnato un punto di svolta per la scena italiana e per gli stessi C.S.I. dopo due album (“KO De Mundo” e “Linea Gotica”) che avevano permesso di costruire un solido seguito in una forma ben diversa dall’esperienza precedente, i ferventi agitatori di anime noti come CCCP. Un disco spesso definito apocalittico ma più che altro disilluso, consapevole e post ideologico nato dal ben noto viaggio compiuto da Ferretti e Zamboni in Mongolia ampiamente raccontato da documentari e libri.

La realizzazione di un sogno d’infanzia per entrambi e gli ampi spazi del paese asiatico hanno indubbiamente influenzato il percorso musicale di Ferretti, Ginevra Di Marco, Massimo Zamboni, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli e Gigi Cavalli Cocchi. Ne hanno parlato spesso, anche due anni fa nella puntata di “33 giri ““ Italian Masters”, con gioia ed emozione ma senza particolari nostalgie. L’impatto che l’album ha avuto in classifica e a livello discografico è stato non solo sorprendente ma una vera rivoluzione: primo in classifica davanti a “Be Here Now” degli Oasis, cinquantamila copie vendute nella prima settimana per poi sfondare quota centomila, risultati fino a quel momento impensabili per una band si di culto ma comunque ospitata dalla Black Out, etichetta satellite della Polygram creata da Stefano Senardi e Andrea Rosi.

Un corto circuito momentaneo e irripetibile i cui effetti hanno però continuato a farsi sentire a lungo, il culmine di un percorso che già  nel 1994 con la nascita dell’etichetta Consorzio Produttori Indipendenti e “Il Maciste”, trimestrale che si era assunto il compito di proporre buona musica a prezzi accettabili, aveva creato fertile terreno per i risultati poi ottenuti. Grazie a “Tabula Rasa Elettrificata” anche chi era ancora troppo giovane e si stava appena affacciando al mondo della musica ha potuto scoprire un vasto sottobosco fatto di band che suonavano con passione e competenza, non sempre premiate dalla giusta visibilità .

Dieci brani scarni, intensi, dirompenti, avvolgenti, che cercavano l’incontro tra oriente e occidente in “Ongii”, “Gobi”, “Bolormaa”, “Matrilineare”. I più rock del periodo CCCP / C.S.I. secondo Ferretti, che non rinunciava a dire la sua sullo stato del mondo in “Unità  Di Produzione” e “Forma e Sostanza”, con lo schiaffo d’indole punk di “M’importa “‘na sega” a dare il titolo al tour che sarebbe seguito. Oggi che “Tabula Rasa Elettrificata” è storia resta il significato profondo di cinquantasei minuti che si rifiutano tenacemente d’invecchiare, acquistando sempre nuovi poetici motivi d’esistenza. “Traversando frontiere che preparano le guerre di domani / Vicini per chilometri vicini per stagioni / C’è modo e luogo di scoprire che il confine è d’aria e luce“.

C.S.I. ““ Tabula Rasa Elettrificata
Data di pubblicazione: 1 settembre 1997
Registrato: 1997, Studio Emme (Calenzano)
Tracce: 10
Lunghezza: 56:07
Etichetta: Black Out / Polygram

1. Unità  di produzione
2. Brace
3. Forma e sostanza
4. Vicini
5. Ongii
6. Gobi
7. Bolormaa
8. Accade
9. Matrilineare
10. M’importa ‘na sega