Lasciate che il guitar-pop muova i vostri i passi e illuimini la vostra giornata. Ecco il motto dei sempre deliziosi The Boys With The Perpetual Nervousness che sempre più sembrano essere cresciuti a pane, Byrds e Velvet Crush.

Il nuovo disco è un trionfo di melodie solari che arrivano da altri tempi, dal passato, eppure tutto ci suona sempre dannatamente familiare: l’effetto è quella di vedere una fotografia che, seppur recente, riporta volti a noi noti o luoghi cari, che ci inducono a pensare al passato, con un pizzico di nostalgia, certo, ma tutto sommato di induce pure il giusto sorriso di chi è pronto a godersi il presente, consapevole che certe cose non cambieranno mai. Si, questi suoni, se fatti con perizia e con il suore in mano, sapranno sempre svoltarci la giornata.

Il jangle pop, che si fa tanto solare quanto dolcemente accattivante (“Look Back”) sa guardare anche con piacere al power-pop (“In The Right” o la scintillante “Out Of Time”), ma in cima ai pensieri dei nostri Boys c’è sempre la melodia, quella più chiara, limpida e coinvolgente, quella che sembra sgorgare dalla fonte senza alcuna fatica (“Open Up The Box”). Diamo atto alla band di aver riportato in auge anche Mary Lou Lord, che fa la sua comparsa nella deliziosa “Isolation”, ricca di delicati arpeggi e un ritornello che è zucchero filato.

Insomma, anche questa volta centro perfetto. Terzo giro di giostra, terzo album di cui innamorarsi perdutamente.

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The Boys With The Perpetual Nervousness: Bandcamp