Matteo Palazzolo in arte Stramare è un cantautore classe 1997 con un’onnivora curiosità  musicale che l’ha portato nel corso degli anni ad appassionarsi a jazz, psichedelia , pop d’inizio millennio. Forse per questo si muove agilmente tra generi diversi miscelando soul, hip hop ed elettronica. “Obliquo”, l’album d’esordio uscito su Nufabric Records / Foolica, mette nero su bianco un modo di stare al mondo, il “farsi attraversare dal tutto e rigettarlo come viene” declinato in nove canzoni imprevedibili prodotte e arrangiate insieme al polistrumentista Marco Giudici (Halfalib, Any Other, Generic Animal).

Dettagli metropolitani e piccole ossessioni quotidiane, emozioni amare che popolano brani come “Cantonese” o ” I Ragazzi Non Piangono” delicata ballata elettro ““ sincopata che ritorna in provincia tra locali chiusi, treni merci e un riferimento ai Cure cercato e voluto. E’ un mondo a colori quello di Matteo Palazzolo ma sono tinte tenui, malinconiche e a volte provocatorie, col sapore dell’estate sulla lingua e la sensazione che quello che deve arrivare sia già  dietro l’angolo. Ironia e voglia di lasciarsi tutto alle spalle, le montagne e i campi di granturco di “La Luna e i Trenord” che segnano la fine dell’adolescenza.

Un sound scarno, minimale nonostante l’impiego di strumenti come batteria, sintetizzatori, wurlitzer, vibrafono, basso elettrico rivela la volontà  di trovare un equilibrio in brani che grazie alle numerose e accurate revisioni sembrano aver acquistato nuova vita. Un disco nato tra traslochi e case da scoprire messo in pausa dagli infiniti lockdown che suona ancora fresco come fosse appena scartato. Cercava la sua voce Stramare e può dire di averla trovata.

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