Non si poteva mancare alla rèunion dei Come, in tour in Europa in questi giorni, così, dopo Genova e Bologna, tocca al Bloom di Mezzago ospitarli.

Capitanato da Thalia Zedek e Chris Brokaw, il quartetto di Boston ha visto l’evolversi della carriera nel decennio degli anni novanta, incidendo per l’osannata e blasonata Matador Records, vera e propria fucina di talenti. Una proposta quella dei Come, che non aveva nulla da invidiare anche a coloro che furono in grado di raccogliere un successo mainstream, erano gli anni del grunge o della gioventù sonica.

Per i Come, grande sound, il piglio giusto e una scrittura cristallina trasformata in canzoni, per cui mi chiedo ancora oggi perchè non siano stati in grado di raggiungere certi risultati anche commerciali.

Discograficamente parlando, il progetto si concluse nel ’98, lasciando poi i vari membri ad una carriera solista di pari passo. In particolare Thalia Zedek, la più presente e giramondo, sempre in giro, solo qualche mese fa, era in tour anche da noi, dove spesso e volentieri è passata in questi anni.

Reunion celebrativa per le trenta candeline dall’esordio, con la voglia di tornare a proporre quel materiale incendiario degli anni migliori, peccato per la poca affluenza di stasera, perchè questi, non c’è bisogno di scoprirlo certo oggi, fanno scuola come fossimo ritornati senza problemi nel ’92, post punk, blues, fenderismi come non ci fosse un domani, Jaguar VS Telecaster, intrecci di chitarre epici e tanta complicità  di vecchia data, gli immancabili volumi assordanti, ma soprattutto cazzo di grandi canzoni, ed è sempre un piacere risentirle.

Pochi ma buoni ad apprezzare una rasoiata sui denti, con di fronte dei veterani, con l’appeal di quelli che fanno tutt’oggi la differenza.

Concerto che inizia tardi, un pò una prerogativa del Bloom, un’ora e qualcosa in programma e un piccolo best of, con dentro tante chicche del repertorio da “Bell” a “Finish Line”, da “Recidivist” a “Fast Piss Blues”, faccio davvero fatica a trovare un difetto, tutto apparecchiato al meglio, di fronte e mostri sacri così, c’è solo da alzarsi in piedi e applaudire.