Gli anni novanta rappresentarono un periodo assai florido per la musica italiana, con la presenza di tanti artisti e gruppi, anche di area indipendente, che seppero emergere ottenendo riscontri di pubblico e il plauso della critica.

In particolare la seconda metà  del decennio coincise con l’affermazione di realtà  come i C.S.I., i Marlene Kuntz, gli Afterhours, i La Crus, i Casino Royale, i Modena City Ramblers, i Subsonica, gli Ustmamò, i Prozac +, i 99 Posse ma assieme a loro noi di Indie for Bunnies ci siamo sempre preoccupati di dare spazio e omaggiare anche altri nomi altrettanto interessanti che ballarono per meno stagioni, pur avendo tutte le credenziali per fare il grande salto.

Tra questi vanno assolutamente considerati i torinesi Mao, che con l’aggiunta “e la Rivoluzione”, quando esordirono con “Sale” nel 1996 seppero accendere la curiosità  di molti appassionati, grazie a una riuscita commistione di pop, rock, funky ed elettronica.

Erano in molti nell’ambiente a credere fermamente nelle loro potenzialità  e nel talento del suo autore principale, Mauro Gurlino, e difatti non si fecero attendere, consegnando poco più di un anno dopo il secondo capitolo della loro avventura discografica, intitolato “Casa”, che proprio oggi spegne venticinque candeline.

Accantonata la dicitura originale, adesso si presentavano semplicemente come Mao, ma la matrice di band rimase inalterata, con i vari sodali di Gurlino, vale a dire Matteo Salvadori (alla chitarra), Gianluca “Mago” Medina (al basso) e Paolo “Gep” Cucco (alla batteria) ancora presenti e tutti immortalati in una elegante copertina del disco in bianco e nero. All’ appello, in pratica, mancava solo Federico Bersano, alias Begey, che con il suo campionatore aveva ben caratterizzato il lavoro precedente.

Il nuovo motto sembrava quello di semplificare quindi, e ciò andava inevitabilmente a riflettersi pure nella musica che non significa che i pezzi fossero più banali e meno ricercati, ma a cambiare era la forma espressiva, ora affidata a un più solido pop rock, con ancora ampi giri sul motore (basti ascoltare quelle tracce in odore di punk) anche se a risaltare su tutto erano le sonorità  cristalline, accanto a una componente melodica che rendeva micidiali alcuni singoli che avrebbero potuto fare bella mostra di sè nelle più svariate airplay radiofoniche.

Già , perchè un singolo come “Stringimi” non poteva lasciare certo indifferenti, così intrisa di dolcezza e con quei versi quasi disarmanti con cui Mao si rivolge all’amata: “Fogli sparsi/sopra un tavolo/perdo tempo/a ordinarli io per te/non ti serve rintracciarmi/per parlare dai/sono i soliti discorsi/Stringimi/Stringimi”…”.

A balzare alle orecchie, oltre alla capacità  di creare empatia con l’ascoltatore, è proprio l’efficacia di quella poetica delle “piccole cose”, del quotidiano, già  esplorata nell’album precedente e che in questo nuovo lavoro viene sublimata, anche in altri episodi chiave come la splendida “Satelliti”.

E’ quest’ultima una ballata perfetta nel coniugare asperità  e speranze, illusioni e consapevolezze, in un apparato pop degno delle coeve produzioni internazionali.

Il testo, scritto da Gurlino con l’allora autore in erba Luca Ragagnin (poi scrittore affermato, che qui mette la sua firma in svariate canzoni del disco), descrive al meglio tutte queste sensazioni, sin dall’evocativo incipit: “vivere con me è difficile/mi sveglio sempre troppo tardi e poi/ho il frigo vuoto di immagini/disegni storie provo a evadere/senti non mi fare piangere dai/che si scivola”, che conduce pian piano all’accorato ritornello (“vorrei averti qui con me/ma senza stringere/vicini come due satelliti”). Nel finale poi, ci viene data un’efficace chiave di lettura, a chiarire i dubbi e i tormenti del protagonista: “forse perchè/ho visto troppi telefilm/e poi pretendo/che la mia vita sia così/succede anche a te”.

Diversa invece l’atmosfera che pervade un’altra canzone memorabile della raccolta, vale a dire “Romantico”, in cui viene celebrata quella sensazione unica di stare bene con una persona, indipendentemente che possa durare per sempre: viversi l’attimo, conoscersi, scoprire affinità , avere voglia di condividere anche quelle piccole situazioni della vita di tutti i giorni, rendendole poetiche, magiche (“Alle sei siamo via/Con la macchina che va/Per miracolo/Ma non importa/Non smettiamo se ci fa sorridere/è romantico perchè/Mi diverto insieme a te/Perchè no/Se ci va/Questo gioco”).

Completa il pool delle canzoni d’amore la paradigmatica “Pazzo di te”, meno ispirata forse ma assolutamente orecchiabile e che, con parole mirate e concise, va dritta al punto ponendosi in lizza come “dichiarazione” per future dediche: “Non volevo e invece sono pazzo di te/Ti ho in testa tutto il tempo/Non chiedermi perchè/Non so com’è successo/Sono pazzo di te/Non voglio esagerare/Ma sento di star male/Se non ci sei”.

Ma nell’album, come detto, non mancano quei sussulti musicali più impetuosi dove i Nostri si divertono a far ruggire le chitarre e scuotere gli strumenti: accade nella frenetica “Colazione”, che somiglia a un rock’n’roll anni cinquanta a velocità  raddoppiata; nella potente “Prima che sia troppo tardi” e nell’irresistibile “Chinese take-away”, scelta come ultimo singolo e corredata da un simpatico videoclip in buona diffusione su Mtv e Videomusic (che forse all’epoca si chiamava già  Tmc2).

Non tutti gli episodi rimanenti mantengono altrettanto alto lo standard qualitativo ma meritano almeno una citazione “La moglie del soldato”, dal testo interessante e la musica che ricorda qualcosa di Adriano Celentano, e l’esperimento riuscito in chiave easy listening de “Il mare di Tokyo”.

La menzione speciale va a quella che considero la perla nascosta del disco, vale a dire una “Solo quando piove” finanche struggente nei suoi toni malinconici e assorti.

A distanza di venticinque anni ancora non ho saputo darmi una spiegazione del perchè un gruppo simile, che aveva davvero tutti gli ingredienti per ambire a una piena affermazione in classifica, non sia riuscito a farlo, finendo anzi per sciogliere lo sodalizio artistico.

Certo, la botta per l’eliminazione di “Romantico” dalle selezioni di Sanremo Giovani (assolutamente immeritata, vista la qualità  del brano in questione e la performance memorabile dei ragazzi sul prestigioso palco dell’Ariston) è stata forte e grida ancora vendetta, ma pensavo si fosse trattato solo di un incidente di percorso, in una fase comunque di crescita.

Invece da lì a poco il valente chitarrista Matteo Salvadori, nonchè co-autore di tutte le musiche sin dall’album precedente, avrebbe salutato la truppa (lo avremmo rivisto poi a fianco di artisti mainstream come Max Pezzali, Daniele Silvestri e altri ancora) e il gruppo dovette assistere poco a poco a un’emorragia di pubblico presente nei live, che rimasero comunque ancora di buonissimo livello (con l’aggiunta in organico dell’eclettico chitarrista Ru Catania dei concittadini Africa Unite  e del giovane tastierista, poi produttore di successo, Ale Bavo).

Li vidi all’opera, assieme all’amico Riccardo Cavrioli (nota penna di questa testata), diverse altre volte, sempre divertendomi, emozionandomi e avvertendo un feeling speciale con il gruppo ma purtroppo ognuno prese poi la propria strada, non rinunciando al sogno della musica”… e sarebbe stato assurdo, visto il loro innegabile talento.

Paolo Cucco continuò a suonare nei Mau Mau, importante gruppo di area etno-folk, Gianluca Medina nei Mambassa, ottimi alfieri del pop rock nostrano, ma fu proprio Mao quello maggiormente in rampa di lancio.

Oltre a continuare a pubblicare album a suo nome, sempre con il medesimo pseudonimo (a partire da “Black Moquette” nel 2001), già  nel 1998 iniziò l’esperienza televisiva a Mtv a fianco del conduttore Andrea Pezzi in programmi divenuti poi autentici cult come “Kitchen”, “Hot” e “Tiziana”, per poi approdare anche in Rai, senza del tutto abbandonare altri contesti come la radio o il cinema, luoghi che frequentava sin da giovane studente.

Nel cuore però, un posto d’onore ce l’avranno sempre quei due unici titoli accreditati al gruppo, il cui valore assoluto è rimasto inalterato a distanza di tanti anni.

Mao ““ Casa
Data di pubblicazione: 13 ottobre 1997
Tracce: 13
Lunghezza: 41:51
Etichetta: Virgin Music
Produttore: Mao e la Rivoluzione

Tracklist
1. Stringimi
2. Bolla di sapone
3. Chinese take-away
4. Romantico
5. Prima che sia troppo tardi
6. Sogni d’oro
7. Pazzo di te
8. Il mare di Tokyo
9. La moglie del soldato
10. Colazione
11. Solo quando piove
12. Satelliti
13. Casa