Jen Cloher è una songwriter nativa di Adelaide.

Attiva sin dal 2001, l’australiana ha già  pubblicato quattro album e il prossimo 3 marzo, via Milk! Records / Marathon Artists, realizzerà  una nuova prova sulla lunga distanza, “I Am The River, The River Is Me” (pre-order), che arriva dopo quasi sei anni dall’omonimo disco precedente.

Il disco, che è stato registrato tra Aotearoa (NZ) e Naarm (Melbourne), è stato prodotto da Tom Healy (Tiny Ruins, Marlon Williams), Anika Ostendorf (Hachiku) e dalla sua batterista di vecchia data Jen Sholakis.

Sono canzoni ferocemente politiche che non risultano mai pesanti: sono energiche e sanguigne, vivono della consapevolezza che esistere semplicemente – urlare, ridere, cantare e fare arte – è una forma di resistenza tanto quanto combattere.

Trovare se stessi, trovare la propria casa, è un processo indisciplinato e senza fine; “I Am The River, The River Is Me” non è un autoritratto perfetto e non possiede alcuna verità  universale su cosa significhi essere Māori, o essere wahine toa (una donna forte), o essere takatāpui, o persino essere Jen Cloher. Invece cattura qualcos’altro: un’immagine dell’umanità  e della comunità  come una splendida, insondabile confusione. La gioia della vita, sembra dire la Cloher, sta nel perdonare con grazia i propri momenti di debolezza e nell’abbracciare le parti di sè che sono incompiute. In “Aroha Mai, Aroha Atu”, lo dicono in modo semplice e perfetto: “Forse sono arrivato tardi, ma meglio tardi che mai”.

Il primo singolo si chiama “Mana Takatāpui” ed è accompagnato da un video diretto da Annelise Hickey.

“Takatāpui è la parola Māori che indica un partner devoto dello stesso sesso. Nella terminologia occidentale, una persona che si identifica come takatāpui è un individuo Māori che è gay, lesbica, bisessuale o transgender. Il termine takatāpui viene oggi utilizzato in risposta alla costruzione occidentale di “sessualità , genere e corrispondenti espressioni identitarie””, spiega Jen.

Un folk leggero descritto con chitarra e percussioni che portano a un ritornello riflessivo, ma deliziosamente melodico in cui appaiono anche i fiati e splendide armonie: elegante e piacevole!

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