Tornati dopo una pausa di sei anni dal loro precedente “Hidden City”, la band di Bradford formata dal carismatico Ian Astbury e dal chitarrista Billy Duffy ci regala un ottimo disco, “Under The Midnight Sun”, che a ragione ha raccolto consensi unanimi, collocandosi a mezza via tra le sonorità  del capolavoro gotico  “Love” e quelle di un altro favoloso disco come “Sonic Temple” . Adoro i Cult soprattutto quelli del periodo pre-millennio e, dunque, anche in questo caso è stato difficile scegliere i dieci brani “migliori”. Peraltro, le sole tracce del richiamato “Love” potrebbero formare una top ten… Pur apprezzando molti episodi dei lavori post album omonimo del 1994, quello pre-reunion insomma, nella top ten ho deciso di non inserire i brani relativi a quel periodo ritenendolo, almeno fino ad oggi, non eguagliabile al precedente.

10. Fire Woman
1989, da “Sonic Temple”

Primo singolo del loro quarto album, brano che è diventato un cavallo di battaglia della band (suonata praticamente sempre dal vivo) per la sua naturale capacità  di essere un a “hit”, con il suo coinvolgente ritornello sorretto da trascinati chitarre.

9. Love Removal Machine
1987, da “Electric”

Altro primo singolo tratto questa volta dall’album spartiacque della loro carriera che faceva parte delle registrazioni del loro album “Peace” poi abbandonato, almeno fino al cofanetto “Rare Cult” che contiene per intero il disco. “Love Removal Machine” aveva in “Peace” una differente incisione, mentre in “Electric” sono impresse chitarre fumanti di Duffy che nel finale si scatenano vorticosamente.

8. Spiritwalker  
1984, da “Dreamtime”

Brano psichedelico avvolgente dalle sonorità  tipiche eighties. “Spiritwalker” è stato uno dei primo brani scritti dalla band e fu rilasciata molti mesi prima della pubblicazione dell’album, quando ancora si chiamavano Death Cult.

7. Be Free
1994, da “The Cult”

Brano tratto dal loro sesto album, quello pre-millennio, quello più crudo e hard della band di Bradford. Il pezzo è accompagnato da una base rock blues heavy con ficcanti assoli d’ordinanza di Duffy e da una voce graffiante di Astbury.

6. Lil’ Devil
1987, da “Electric”

Ancora tracce di rock blues in questo brano incalzante dove è praticamente impossibile stare fermi durante i brevi due minuti e mezzo circa.

5. Rain
1985, da “Love”

Come accennato in apertura, tutti i brani del capolavoro “Love” dovrebbero entrare in una top ten a parte, e giocherebbe comunque fuori dalle regole. Brano a dir poco perfetto, come l’intero disco insomma, estratto come secondo singolo e ispirato da Ian alla cultura Northern Native American nonchè alla danza della pioggia del popolo Hopi di stanza nello Stato dell’Arizona.

4. Go West
1984, da “Dreamtime”

Secondo singolo del loro esordio che in realtà  si intitola “Go West (Crazy Spinning Circles)”. Ritornello earworm e note travolgenti per una definitiva hit del tempo ma che si fa strada nello streaming moderno.

3. Wild Hearted Son
1991, da “Ceremony”

Le danze indiane dei succitati Northern Native American aprono alle robuste chitarre hard-rock di Duffy in “Wild Hearted Son”, bellissimo singolo estratto dall’album purtroppo sottovalutato della band britannica. “Ceremony” invece è davvero un gran bel disco. Rispolveratelo.

2. Little Face
1985, da “Love”

Questo brano è stratosferico, credetemi. Il semplicissimo giro di basso è talmente coinvolgente da non lasciare scampo. Ci crediate o meno ma “Little Face” è una b-side…di “Rain”! Medaglia d’argento meritatissima.

1. She Sells Sanctuary
1985, da “Love”

“She Sells Sanctuary” si guadagna probabilmente uno scontato primo posto. Un brano incredibilmente irresistibile estratto dal “capolavoro” e di fatto divenuto il più famoso dei  Cult  con  Nigel Preston  alla batteria, poi sostituito da Mark Brzezicki  dei  Big Country.

BONUS TRACK #1: Born to be wild
1987, da “Electric”

Prima bonus track dedicata ad una degli inni di fine anni sessanta, terzo singolo e successo planetario degli Steppenwolf incluso nel loro album di debutto del 1968. “Born to Be Wild ” è una stata scritta da Mars Bonfire ed è diventata un simbolo per il film “Easy Rider” del 1969 con Dennis Hopper, Peter Fonda e Jack Nicholson. Questa versione dei Cult è probabilmente una delle migliori in circolazione ed è inclusa nella tracklist ufficiale di “Electric”.

BONUS TRACK #2: Knife Through Butterfly Heart
2022, da “Under the midnight sun”

Bonus track che omaggia il loro recente ritorno con un album davvero riuscito. “Knife Through Butterfly Heart” è una ballata semiacustica davvero toccante con Astbury in stato di grazia. Bellissima.