Quarant’anni dall’uscita di “Thriller”. Che dire? Su questo disco si è scritto di tutto e di più dal 1982 a oggi. C’è forse ancora qualche angolo inesplorato di un album che, con le sue settanta milioni di copie vendute in tutto il mondo (e dal conto escludiamo le innumerevoli ristampe, che pure sono andate via come il pane), resta e probabilmente resterà  per sempre il maggior successo di sempre nella storia della musica pop? Un LP epocale ma inflazionatissimo che, con il trascorrere del tempo, ha perso buona parte del suo fascino proprio perchè schiacciato dall’eccessiva notorietà .

Difatti, col senno di poi, potremmo presentare “Thriller” non come un disco tradizionale ma una sorta di mini greatest hits. Su nove brani in totale, ben sette sono stati singoli da Top 10. Sia “Billie Jean” che “Beat It” hanno raggiunto la posizione numero uno negli Stati Uniti. Il videoclip a tema orrorifico della title track, diretto dal John Landis di “The Blues Brothers” e “Un lupo mannaro americano a Londra”, è in ogni suo aspetto un cult.

Potrei stare qui fino al 2062 a snocciolare i vari record disintegrati da Michael Jackson, da Quincy Jones e dal loro celebratissimo capolavoro “Thriller”, pietra miliare della musica pop che ha segnato in maniera indelebile l’evoluzione del genere negli anni “’80. Un’opera perfetta in superficie ““ e su questo non ci piove – ma di certo non priva di qualche piccolo difettuccio.

I punti deboli dell’album sono essenzialmente tre e hanno titoli ben precisi. Partiamo dai due brani tradizionalmente considerati i riempitivi di “Thriller”. “Baby Be Mine” è divertente, ha il tiro giusto, si fa apprezzare con un bel ritornello frizzante ma, al confronto con le altre perle post-disco qui contenute, è davvero poca roba.

E che dire di “The Lady In My Life”? Una ballad dolce e raffinata, impreziosita dal classico gusto jonesiano, ma un po’ pesante per le atmosfere eccessivamente melense e drammatiche. Restando sullo stesso tenore fa decisamente meglio la bellissima “Human Nature”, scritta da Steve Porcaro (il tastierista dei Toto) e rivista più volte da altri artisti nel corso degli anni; non possiamo non segnalare la favolosa versione jazz strumentale di Miles Davis e la libera rilettura in chiave R&B “’90s delle SWV di “Right Here”.

Il terzo difetto imperdonabile di “Thriller” ““ un autogol clamoroso, considerando l’importanza dell’ospite coinvolto ““ è il duetto con Paul McCartney, “The Girl Is Mine”. Una canzone dolciastra e francamente irritante che nulla aggiunge a un album che, nonostante gli evidenti segni dell’età , continua a farsi amare grazie alla forza rivoluzionaria di un pop fresco, dinamico e sfaccettato.

Un genere contaminato – persino complesso per quanto riguarda arrangiamenti e soluzioni stilistiche (vedi armonie vocali e utilizzo dei synth) ““ ma sempre e costantemente volto a quell’immediatezza che è elemento imprescindibile del pop di qualità . Ogni canzone punta su trucchi diversi per stamparsi nella testa dell’ascoltatore.

I numerosi episodi funk e post-disco presenti in  lista  (“Wanna Be Startin’ Somethin'”, “Billie Jean”, “P.Y.T. (Pretty Young Thing)” e la title track) risultano coinvolgenti perchè costruiti attorno a linee di basso insistenti e incisive, perfette nel dar forma a ipnotici groove attorno ai quali si sviluppano interi universi melodici.

In “Beat It” ““ che, oltre a essere l’unico brano davvero rock dell’opera, è anche una sorta di piccolo antipasto del Michael Jackson più graffiante e aggressivo di “Bad” e “Dangerous” ““ è invece l’energico riff di chitarra a farla da padrone. Una frase musicale tanto essenziale quanto eccitante su cui si staglia l’assolo dell’altra guest star di “Thriller”, ovvero l’indimenticato Eddie Van Halen.

I contributi esterni ““ che non sono pochi, tra turnisti di extralusso e praticamente tutti i membri dei Toto – danno ulteriore spessore a un album iconico in ogni suo solco. Ma i veri protagonisti di questo prodigio del pop commerciale sono Michael Jackson, già  entertainer di razza nonostante la giovanissima età , e il suo geniale produttore Quincy Jones. Sarà  pure la scoperta dell’acqua calda, ma bisogna scriverlo: “Thriller” è il loro monumento. Un lavoro che, piaccia o meno, ha avuto un impatto culturale devastante in ogni angolo del globo, oltre naturalmente a un peso fondamentale nell’evoluzione della musica mainstream (e non solo).

Data di pubblicazione: 30 novembre 1982
Tracce: 9
Lunghezza: 42:16
Etichetta: Epic
Produttori: Quincy Jones, Michael Jackson

Tracklist:
1. Wanna Be Startin’ Somethin’
2. Baby Be Mine
3. The Girl Is Mine
4. Thriller
5. Beat It
6. Billie Jean
7. Human Nature
8. P.Y.T. (Pretty Young Thing)
9. The Lady In My Life