Praticamente “Parasite” che incontra “Natale in crociera”. Ho letto che molti hanno storto il naso di fronte a questa seconda Palma d’oro assegnata a Ostlund, io personalmente mi sono pisciato sotto dalle risate.
Una satira che non graffia come vorrebbe, o come dovrebbe e altre osservazioni del genere sono il leitmotiv delle critiche alla pellicola, insomma roba che avrebbe un senso solo se uno potesse davvero sbirciare nella capoccia del regista svedese. O come se ci fosse bisogno di toni da premio Nobel per sbugiardare il mondo della moda o quello dei social e per fortuna non è così.
Il ritmo di questa sboccata e galleggiante lotta di classe per me è perfetto, le interpretazioni, la colonna sonora e l’ambientazione non sono da meno. E’ vero, non si scava molto a fondo delle brutture della società che vengono messe in scena, ma perchè si dovrebbe? Delle volte è sufficiente sbellicarsi dalle risate mentre una nave affonda e il suo capitano comunista, un superbo Woody Harrelson, invece di provare a trarla in salvo preferisce ubriacarsi e ingaggiare un duello di citazioni sarcastiche su capitalismo e socialismo con un magnate russo arricchitosi vendendo merda, vera merda (concime).