Credit: Paul Hudson

Stasera ci troviamo a Southampton, ridente località  marittima che si affaccia sul canale della Manica: l’appuntamento di oggi è con le Big Joanie che presentano il loro sophomore “Back Home”, uscito lo scorso novembre per la Daydream Library di Thurston Moore.

Il locale è il Joiners, un pub non enorme, ma comunque ricco di storia di musica rock e uno dei più apprezzati di questa città  sulla costa meridionale del Regno Unito: la sala è decisamente piena, anche se non sold-out, già  dall’esibizione delle Ghum, altra band tutta al femminile proveniente da Londra, di cui vi avevamo parlato già  alcune volte nella nostra rubrica “Brand New”.

Come da copione le tre musiciste della capitale si presentano alle nove in punto sul già  infuocato palco del Joiners accompangate anche da un’altra musicista che suona chitarra e synth.

Ad aprire la serata ecco la opening-track del loro secondo LP, “Cactus Tree”: sebbene il drumming di Chardine Taylor-Stone, che suona in piedi, sia decidamente rumoroso e le chitarre abbiano un non so che di psichedelico, ciò che ci colpisce di più è la bellezza delle sensazioni melodiche che le Big Joanie sanno disegnare, ornate con altrettanto ottime armonie.

Subito dopo ecco il recente singolo “Happier Still”, una vera propria bomba per aprire in due la sala: i pesanti riff della chitarra di Stephanie Phillips ci danno immediatamente la dimostrazione di che pasta sono fatte le tre londinesi e di come riescano facilmente a incendiare le folle con la loro carica punk decisamente esplosiva.

Poco più avanti la storia cambia in maniera totale con “Confident Man”: mentre la voce di Stephanie, che qui abbandona la sua sei corde e tiene tra le mani solo una piccola percussione, è decisamente riflessiva, Chardine inizia a utilizzare la parte elettronica del suo drum-kit e a ciò si aggiungono anche i synth che danno un’ulteriore aggiunta di toni cupi al brano.

“What Are You Waiting For”, invece, è una bella botta di vita che spacca con le sue grintose chitarre punky e le sue energiche percussioni, mentre la successiva “Your Words”, seppur dall’atmosfera piuttosto scura e malinconica (soprattutto nei vocals), non manca di regalare momenti di pura ed elettrizzante intensità  tra sei corde, synth e batteria che continuano a spingere il piede sull’acceleratore.

“It’s You”, una delle due canzoni nella setlist di stasera estratte dal loro debutto full-length “Sistahs”, sa esaltare il pubblico di Southampton con un coro saltellante disegnato da inarrestabili synth e dalla batteria in una pura atmosfera post-punk.

C’è poi spazio per un pur breve encore che si chiude con la bellissima “In My Arms”, che non nasconde la sua vena di romanticismo e allo stesso tempo aggiunge alla sua natura punk un non so che di pop e delle melodie pure e incantevoli.

Una band che in appena cinquantacinque minuti ha saputo dare davvero tanto ai suoi fan e che è stata capace di offrire un set decisamente intenso e duro, variando spesso i toni del suo stile: il futuro del rock è (anche) nelle salde mani di queste tre signore che portano il nome di Big Joanie!

Credit Foto: Paul Hudson (CC BY 2.0)