I Karma Voyage pur arrivando ora all’album d’esordio sono formati da musicisti già esperti come Luca Castellaro a chitarra e voce, Giuseppe Brunetti alla chitarra, Alvise Scarpa al basso, Leonardo Sebastiani (sintetizzatore) e Stefano Anoè alla batteria.

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Due etichette – l’italiana Shyrec e la francese Icy Cold Records – hanno scommesso sul mix di psichedelia e new wave portato avanti dal quintetto veneto fin dalla sua formazione nel 2019, con qualche cambio di line up nel frattempo.

Luce e buio, rumore e linee melodiche esibite senza sforzo apparente, qualche ospite a rinforzare ranghi già compatti e la voglia di non farsi incasellare in un solo genere evidente fin dalle prime note di “Silent Towns” con batteria, chitarre e voce che sono lì a creare atmosfere rarefatte da clima nordico. Sei corde che si intrecciano in “Circle Sides” bella ballata psichedelica dal buon mordente, mentre il ritmo si fa più intenso e romantico in “New Foundations” con Nils Ottensmeyer dei Blue Angel Lounge al microfono.

L’agrodolce “Shine” punta sui sintetizzatori e ricorda il lato più melodico e meno pop di molto rock anni ottanta, poi arriva  “Em” a mischiare le carte col suo muscolare crescendo e una linea vocale sempre curata a dovere. Tornano melodie ben definite in “Branches Of An Old Ash”,  il ritmo si alza nuovamente in “Distance And Echoes” che apre la strada a “City Of The Lame” uno dei brani più riusciti per l’atmosfera malinconica e spettrale. La conclusiva “Shiver” non è da meno e mostra tutta la sottile ricercatezza di un album spoglio ma non minimale. Nessuna rivoluzione né invenzione per i Karma Voyage ma gli appassionati avranno di che gioire.