Si dice che l’elaborazione del lutto si sviluppi secondo cinque fasi: la negazione, la rabbia, il patteggiamento, la depressione e infine l’accettazione. Un processo doloroso quanto complicato che può impiegare più o meno tempo a compiersi, in base alla persona colpita. La fine di una relazione. in un certo senso, può essere vissuta proprio come un lutto: ci può volere più o meno tempo a superarla, attraversando fasi totalmente diverse tra loro, soprattutto se la rottura accade in un periodo in cui le emozioni sono vissute al massimo delle capacità del cuore, come succede in adolescenza.

Questo turbinio di emozioni è ciò di cui canta Versailles nell’ultimo EP “A-patico”, repack dell’ep di debutto “-Patico”. In quest’ultimo veniva descritto, raccontando la fine di una relazione, un attaccamento all’adolescenza e a quel che rappresenta: la pretesa di conquistare il mondo, la paura di essere insignificanti, le azioni impulsive di cui ci si pente troppo in fretta. Le tre aggiunte in “A-patico” riprendono questa giovane prepotenza e mostrano tre sfaccettature particolari della fine di una relazione: l’ipnotica “Comfort fit”, creata in collaborazione con Missey, è la realizzazione che l’abitudine uccide il desiderio; “Salute e Malattia” dà inizio a una considerazione più matura della situazione, la lenta disillusione che porta a una sana accettazione della fine, rappresentata dalla malinconica “Giustissimo”.

Nessun dramma, nessuna catastrofe: a volte le cose finiscono e basta, e va benissimo così.

“A-patico” riprende la contaminazione continua tra generi che Versailles aveva iniziato dal primo singolo “Truman Show”, uscito ormai due anni fa: dalla trap al metal, passando per tracce più melodiche, l’artista lucano è ormai sicuro di ciò che fa, sa che il suo è un mix che affascina e funziona. Promosso.

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