Viviamo in un’epoca piena di paure e incertezze. Diciamo pure che ormai si tira a campare, nel buio di un’era dove tutto può cambiare da un momento all’altro. Non esistono più verità salde e rassicuranti: l’assurdo è la nuova normalità. Tutto questo giro di frasi inutili semplicemente per dire che non ci sono più le mezze stagioni.

Credit: Marie Monteiro

Ma non fatelo sapere al buon Anton Newcombe, che con i suoi Brian Jonestown Massacre continua imperterrito a fregarsene del mondo moderno e a far finta di essere fermo agli anni ’60. Nessun segno di rinnovamento; nessuna intenzione di recuperare quegli elementi shoegaze che pure erano presenti a inizio carriera; nessun desiderio di allontanarsi dalle consuete sonorità psichedeliche a metà strada tra rock e pop.

“The Future Is Your Past”, il ventesimo album prodotto dalla band statunitense, non è altro che l’ultimo tassello nella sterminata discografia di un artista che non vuole abbandonare la sua comfort zone. Il passato è il presente e, con enormi probabilità, anche il futuro di Newcombe, un uomo dai trascorsi a dir poco turbolenti che sembra trovar pace solo quando scrive e registra canzoni che si ispirano ai nobili esempi dei 13th Floor Elevators, dei Love, dei Velvet Underground, dei Byrds, dei Seeds, degli Standells e naturalmente dei Rolling Stones, richiamati nel nome stesso della band che unisce il genio di Brian Jones all’incubo del suicidio di massa avvenuto nel 1978 a Jonestown, un villaggio della Guyana popolato dagli adepti della setta religiosa del pastore Jim Jones.

Con simili modelli di riferimento, possiamo davvero lamentarci della nuova/vecchia musica proposta dai Brian Jonestown Massacre? Non proprio. Perché, in fin dei conti, “The Future Is Your Past” è un disco di godibilissimo psych-rock. Non ha nulla di originale ma scorre via che è una bellezza, tra brani molto energici (“The Light Is About To Change”, “The Mother Of All Fuckers”, “Your Mind Is My Cafe”), pezzoni lisergici (“Fudge”, “Cross Eyed Gods”) e canzoni più morbide e atmosferiche (“As The Carousel Swings”, “All The Feels”, “Stuck To Yous”).

Considerando le paure e le incertezze che infestano questa nostra epoca buia, tutto ciò ci basta e avanza. Rock reazionario e rassicurante per nostalgici dei bei tempi che furono.