Quando ascolti album di ex componenti di band che hai particolarmente amato c’è sempre una lieve sottile speranza di ritrovarci qualcosa di quello che un tempo ti ha entusiasmato.

Credit: Steve Gullick

Speranze che spesso restano disattese e finiscono per regalarti il più delle volte delusioni.

Spesso sono i front man che raccolgono il massimo possibile dai fasti del recente passato, tirandosi dietro gran parte dei fan, a volte con carriere che si spengono abbastanza velocemente altre, a dire il vero molto rare, dove riescono addirittura a superare quanto realizzato con la band.

Crearsi una carriera solista di successo risulta spesso più difficile per gli altri componenti, anche il chitarrista non fa eccezione, qualcuno ovviamente ci prova senza mai però neanche avvicinarsi ai successi di un tempo.

I Blur hanno più o meno fatto lo stesso percorso, Damon Albarn ha una carriera solista di tutto rispetto ed è riuscito anche a raccogliere grandi soddisfazioni con il successo planetario dei suoi Gorillaz, ma anche Graham Coxon non è rimasto con le mani in mano.

Ormai ha ben otto album all’attivo ma anche tanti altri progetti dove è riuscito a mettere in mostra tutta la sua instancabile forza creativa, tra colonne sonore (The End of the Fucking World), fumetti (Interstate) , la collaborazione con i Duran Duran per “Future Past”, dove è in pratica il quinto componente della band, coautore e chitarrista in tutti i brani, e per finire anche autore di  un imperdibile libro autobiografico “Verse, Chorus, Monster!”.

A tutto questo aggiunge The WAEVE che ha creato insieme a Rose Elinor Dougall (The Pipettes), si erano conosciuti parecchi anni fa dopo un concerto proprio delle Pipettes e da lì è nata una lunga amicizia che oggi li ha portati a questo progetto che, lo dico subito, non è proprio niente male, si lascia ascoltare con piacere e presenta vari brani interessanti.

Sicuramente un fanatico dei Blur come me andrà subito a cercarne i riferimenti, Coxon ha fatto di tutto per mascherarli ma ogni tanto tra le righe sembra quasi affiorare il fantasma di Damon, in realtà ciò che si sente maggiormente è la mano di James Ford ( Arctic Monkeys, Florence and the Machine, Foals, Depeche Mode, Haim e Gorillaz), che ha fatto proprio un bel lavoro dando un’identità precisa e particolare al album, tra chitarre, sassofono, piano e fiati, e uso sapiente dell’elettronica.

Anche sul piano melodico il lavoro non è mai banale, a partire dal brano di apertura “Can I Call You”, che dopo un inizio sulle note dolci e lente del pianoforte cambia verso la metà del brano trasformandosi in un accenno di prog rock, con ingresso di sassofono e canto a due voci, decisamente un grande inizio.

Il secondo pezzo “Kill Me Again” sicuramente non vi è sfuggito anche perché è decisamente il singolo di punta, Coxon alla voce nella prima parte a al sassofono (sembra che sia stato il suo primo strumento), brano da top ten che resta in testa come un buon brano (poco amato?) dei Blur (OK non li nomino più fino al 22/07/2023, a proposito chi viene?).

Ho detto che non li nomino più allora non dico nulla su “Over And Over” e tiro dritto, mi limito a menzionare la deliziosa “Sleepwalking”, la tirata elettronica di “Someone Up There” che ridà un po’ di brio all’album, e la conclusiva “You’re All I Want To Know” con Coxon e Rose che ci salutano con dolcezza ed eleganza.

The WAEVE iniziano più che bene, il loro primo lavoro e delizioso e ispirato, in grado di regalarci un piacevole ascolto e augurare un seguito al progetto.