I Forty Winks tornano a battere un colpo con “Kids”, un EP di cinque brani che rompe un silenzio discografico durato ben dieci anni. Alla band bolognese bastano appena tredici minuti per ritrovare lo smalto dei bei tempi che furono.

Credit: Press

Nulla di nuovo sotto il sole, ma il materiale è elettrizzante quanto basta per rinfrescare il ricordo di un piccolo grande gruppo che, nel corso di una carriera che proprio in questo 2023 varca la soglia del quarto di secolo, ha avuto la possibilità di farsi un nome anche all’estero e di aprire i concerti per una lista impressionante di superstar (blink-182, Jimmy Eat World, Queens of the Stone Age e Juliette and the Licks – e mi sono limitato a fare il copia e incolla da Wikipedia).

In bilico tra punk e indie rock, la musica di “Kids” scorre via in allegria e spensieratezza. I Forty Winks sembrano divertirsi un mondo con questi cinque brani costruiti a regola d’arte per spaccare in sede live. Il piatto è tutt’altro che abbondante ma non per questo poco ricco.

L’organo e la struttura blues donano ad “Animals” un piacevole retrogusto sixties, con chiari richiami al garage e al rockabilly di scuola Cramps. I ritmi festosi della title track e di “Cannonball” sono figli del power pop più esplosivo e caciarone, impreziosito da melodie contagiose e atmosfere scoppiettanti.

Si chiude in bellezza con il nervosismo di “On The Run”, una canzone che non sfigurerebbe in un concerto degli Hives, e la potenza delle chitarre e dell’organetto che trasformano “Nightride” in un party senza fine. Con tanto di intro di armonie vocali ricalcato sul modello più che nobile di “Paperback Writer” dei Beatles.