Il mondo musicale creato da Meg Remy in arte U.S. Girls in una carriera ormai più che decennale è difficile da riassumere in poche parole.

Credit: Emma McIntyre

Grinta, energia, indole da artista liberissima e un po’ bohemienne, si è ritagliata uno spazio importante nella scena della natia Chicago per poi trasferirsi a Toronto. Il nuovo album “Bless This Mess” ispirato dalla nascita dei suoi due gemelli è un gustoso mix di art pop, synth pop, funk, in bilico tra divertimento e confusione.

“Only Daedalus” originariamente pensata come un duetto con Julian Casablancas o Donald Fagen (nessuna delle due cose si è poi concretizzata, come ha raccontato recentemente proprio Remy a Stereogum) trasporta in un attimo negli anni ottanta con tanto di falsetto e sintetizzatori, stessa atmosfera che si respira in “Just Space For Light” cover dei Badge Époque Ensemble capitanati dal marito di Meg, Max Turnbull, un brano che nelle sue mani sembra proprio un omaggio a Prince.

U.S. Girls è sempre stata affascinata dai duetti e nella scanzonata  “Screen Face” arruola Michael Rault per un rapido excursus sul bene e male degli appuntamenti online. Due- tre pezzi incisivi e trascinanti come “Futures Bet”,  “So Typically Now” scritta insieme a Alex Frankel e Nick Millhiser degli Holy Ghost! e “Tux (Your Body Fills Me, Boo)” che ricorda gli Chic e gli Sparks trasportano l’album in una dimensione diversa, contaminata e distorta, futurista e contemporanea.

Può sembrare un disco freddo all’inizio “Bless This Mess” ma sa regalare momenti più intimi – la title track ad esempio è una ballata semplice e sincera, “R.I.P. Roy G. Biv” un brano tra elettro pop  e cantautorato e la dolcezza tutta elettro acustica di “St. James Way” – altri veramente spiritosi come “Pump” e il monologo finale “Outro (The Let Down)”. Non è una svolta commerciale quella di U.S. Girls ma l’ennesima metamorfosi sorprendente e ardita.