Già componente di Crystal Stilts, Vivian Girls, Dum Dum Girls e Beverly, Frankie Rose torna ora con questo suo quinto disco solista, arrivato dopo un lungo periodo di silenzio – il suo ultimo LP, “Cage Tropical”, era uscito ad agosto 2017: registrato con il produttore Brandt Gassman, l’album è stato poi mixato con il collaboratore di lunga data Jorge Elbrecht.

Credit: Esme Rogers Smith

La opening-track “Sixteen Ways” ci porta subito a esplorare subito il suo nuovo approccio verso la musica: inizialmente dreamy con piacevoli arpeggi di synth, Frankie prosegue poi aggiungendo elementi elettronici che sembrano volerci fare un tuffo verso gli anni ’80, ma nonostante il tono cupo, non mancano mai le belle melodie.

Subito dopo troviamo il principale singolo “Anything”, che continua a danzare su territori synth-pop, ma molto più puliti e colorati rispetto al brano che lo precedeva, grazie anche a un ritmo incessante e ipnotico e a melodie estremamente irresistibili.

Dopo che la breve “Feel Light” (meno di due minuti) ci dona momenti tranquilli e solenni, seppur sempre piuttosto bui, la seconda parte del disco si apre con “DOA”, decisamente più incisiva e veloce con linee di basso decise, batteria e synth rumorosi e una produzione moderna, ma sempre invitante.

“Sleeping Night And Day” poi ci trasporta dritti verso mondi dreamy di rara bellezza: mantenendo inalterato il suo ritmo, costruito con batteria elettronica e scintillanti synth, Frankie regala momenti di pura magia e di bellissime sensazioni.

Per questo disco la Rose ha sperimentato con un sognante synth-pop senza nascondere le sue influenze, portando l’ascoltatore verso gli anni ’80: grazie al suo talento il risultato è decisamente gradevole e ben realizzato.