I New Pornographers tornano con questo nono LP (il loro primo per la Merge Records), che arriva dopo tre anni e mezzo dall’uscita di “In The Morse Code Of Brake Lights” ed è stato prodotto dal cantante e chitarrista A.C. Newman.

Credit: Ebru Yildiz

Proprio Newman ha iniziato a lavorare sul nuovo disco nella sua casa di Woodstock, NY dopo che era finito il tour a supporto del loro album precedente: durante il processo di scrittura e registrazione, durato un anno, Carl ha scoperto nuovi approcci lirici, artistici e sonori sperimentando il proprio registro vocale.

Questo nuovo LP, che affronta i temi dell’isolamento e del collasso seguendo l’ambivalenza della vita quotidiana durante la pandemia e le infinite insidie della vita online, vede la partecipazione del sassofonista Zach Djanikian e le collaborazioni in fase di scrittura di Dan Bejar (Destroyer) e Sadie Dupuis (Speedy Ortiz).

L’inizio sembra davvero ottimista e positivo con “Really Really Light”, una vecchia traccia ricostruita a nuovo scritta con Dan Bejar: troviamo una certa bellezza pop, messa in evidenza senza paura, con ottime armonie cortesia di Neko Case e Kathryn Calder a supporto della voce di Newman a cui si aggiungono chitarre, percussioni intense e bellissime inserzioni di synth. Tutto suona davvero in maniera perfetta tanto che ci verrebbe da definire la canzone come catchy.

Forse un po’ più cupa nei vocals, ma comunque pulita, “Cat And Mouse With The Light” è un esperimento interessante con i synth, mentre la bella voce di Neko Case ci regala un senso di sicurezza e il sax di Djanikian interviene frequentemente aggiungendo valore e qualità al brano.

Nella title-track “Continue As A Guest” troviamo ancora il sax, ma questa volta l’atmosfera si fa più pesante grazie a un uso di synth dal tono robusto e a tratti ipnotico, ma la leggerezza spunta fuori ancora grazie proprio al sassofono e alle luminose e speranzose voci femminili della formazione canadese.

“Marie And The Undersea” ha un non so che di sovrannaturale soprattutto nel suo bellissimo coro, ma sarà per l’ottimo utilizzo di percussioni determinate, per la rilassatezza del solito gradevolissimo sax di Djanikian o per quella bella attenzione melodica, ma il risultato risulta ancora una volta molto piacevole.

La collaborazione con la Dupuis, “Firework In The Falling Snow”, poi è un altra piccola magia creata con synth, batteria e soprattutto con le inserzioni di sax che aggiungono un tocco pop ’80s al brano e disegnano eleganti melodie, donando profumi jazzy.

Ricco di un’ottima varietà di stili, questo “Continue As A Guest” segna un ritorno importante e dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, la grandissima qualità della band di Vancouver, che qui riesce anche a trovare in più di un’occasione un’apertura verso panorami pop più luminosi e colorati che in passato non avevamo sentito da parte loro.