Natalie Merchant non amava troppo parlar d’amore, neppure ai tempi dei 10.000 Maniacs lasciati in nome di una libertà creativa che dal primo disco solista (“Tigerlily”) in poi non ha mai abbandonato né rinnegato. La pandemia, problemi di salute fortunatamente superati, l’hanno spinta a creare un disco luminoso, caldo, che celebra la forza delle donne in un modo tutto suo.

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Non è solo romanticismo ma un’intensa forma di gratitudine ad animare “Keep Your Courage” che nasce dall’incontro con Abena Koomson-Davis – voci diverse che si completano a vicenda in due ballate di forte impatto come “Big Girls” e “Come on, Aphrodite” – e dalla voglia di mettersi alla prova con arrangiamenti orchestrali, l’aspra dolcezza degli strumenti a fiato, scoprire e riscoprire le mille possibilità delle emozioni senza additivi né conservanti.

Un disco d’altri tempi verrebbe da dire in un’epoca iper tecnologica come quella odierna, ma non c’è veramente nulla di calcolato o artefatto nei sette minuti abbondanti di “Sister Tilly” tutti forza e malinconia, o nei sei di “Narcissus” dove gli archi e il pianoforte tratteggiano paesaggi delicati e leggiadri. Le melodie che la voce di Natalie Merchant sa trovare in questo disco sono veramente notevoli, a volte solari altre decise, mai scontate e sempre ricche di sfumature.

Fondamentale è anche la presenza dei Lúnasa, band irlandese che fa della tradizione folk una bandiera senza porsi limiti, donando una speciale intensità a brani come “Hunting the Wren” molto diversa dalla versione dei Lankum di Ian Lynch, la chitarra acustica  e il flauto di “Eye of the Storm” incisivi e tenaci. Aspra dolcezza degli strumenti a fiato dicevamo, mai così vero come in una “Tower of Babel” che profuma di soul e jazz, influenze ben evidenti anche in “Song of Himself” dedicata al poeta Walt Whitman.

Un ritorno all’insegna della sincerità quello di Natalie Merchant, che sa ormai dominare stili diversi e affida i saluti di prammatica a una “The Feast of Saint Valentine” dolente e armoniosa. Doveva ritrovare se stessa, si scopre diversa e forse più serena, consapevole e matura, vulnerabile abbastanza da affrontare il mondo a testa alta forte di un senso d’appartenenza che finora non sapeva di poter provare.