Nell’anno del trentennale di “Chrome” e dopo vent’anni e più di silenzio, la storica band dei Catherine Wheel torna a farsi sentire annunciando una nuova pubblicazione suddivisa in due parti dal titolo “The Norfolk Remasters Collection”. Il primo mini-album è già disponibile per lo streaming, mentre il secondo EP, “Painful Thing”, uscirà il prossimo 30 maggio. Per celebrare il gradito ritorno della compagine di Rob Dickinson, Brian Futter, Neil Sims e Dave Hawes (sostituito nel 2000 da Ben Ellis) abbiamo pensato ad una delle nostre top ten che, anche per questa volta, non è stato facile stilare.

10. I Want To Touch You
1992, da “Ferment”

Singolo incalzante uscito fuori dall’incredibile disco d’esordio, ““Ferment”, della band di Great Yarmouth. Un brano melodico ma sorretto dalle poderose chitarre distorte di Brian Futter che riverberano shoegaze come se non ci fosse un domani! Il ritornello? Indimenticabile.

9. Ursa Major Space Station
1993, da “Chrome”

La seconda prova di Rob Dickinson e soci contiene una vagonata di brani rock inseriti nel calderone messo in piedi con l’aiuto del noto produttore Gil Norton (tra i tanti, Pixies, Echo & the Bunnymen, Dashboard Confessional, Foo Fighters, Counting Crows). “Ursa Major Space Station” è un brano pazzesco che porta in seno un riff spaziale (sic!) con la voce di Rob che ammalia con note sfuggenti.

8. Ballad Of A Running Man
2000, da “Wishville”

Il nuovo volto del sound della band prende le mosse da “Wishville”, ultima prova sulla lunga distanza con una line up che cambia con l’arrivo di un nuovo bassista, Ben Ellis (che sostituì lo storico Dave Hawes) e che, di fatto, segna la fine artistica della band, almeno fino all’annuncio odierno. Benché l’album non contiene episodi memorabili, per certi versi è stato ingiustamente sottovalutato e con il singolo “Ballad Of A Running Man” la band cerca di regalare ancora pillole di shoegaze con l’aggiunta di tinte pop.

7. Little Muscle
1995, da “Happy Days”

Con l’avvento del loro terzo album, “Happy Days”, la band decretò il definitivo abbandono dello shoegaze/dream rock a favore di un rock granitico imparentato con il grunge di sponda USA. “Little Muscle” mostra in effetti muscolosi riverberi che non possono far altro che confermare le divagazioni accolte da Dickinson e Co.

6. Broken Nose
1997, da “Adam and Eve”

“Adam and Eve” racchiude tutto il copioso background della band e il risultato che ne esce fuori si è trasforma nell’album probabilmente più complesso, caratterizzato da un sound poliedrico con al suo interno una pletora di episodi dal differente coinvolgimento. “Broken Nose” sfodera un riff potente, ma ordinato, che giunge alla vetta con un refrain decisamente earworm.

5. Black Metallic
1992, da “Ferment”

I sette minuti e poco più di “Black Metallic” rappresentano il manifesto shoegaze della band britannica, con i distesi riff che accompagnano allo show finale dove note stroboscopiche donano quiete al malinconico brano.

4. Fripp
1993, da “Chrome”

Ancora un brano superiore ai sette minuti contenuto in “Chrome”. “Fripp” è una canzone bellissima, una ballad nostalgica dove chitarre e tastiere si intersecano con il seducente cantato di Rob, il tutto su un pattern di note psichedeliche di Pink Floyd memoria.

3. Waydown
1995, da “Happy Days”

La poderosa “Waydown” probabilmente è la canzone che ha avuto più successo oltremanica, almeno nel periodo pre-millennio della band, complice anche un video a dir poco inquietante… Poco più di tre minuti di forzuto grunge sorretti da un ritornello irresistibile e con le ruvide chitarre di Brian Futter ad alimentare il pathos.

2. Crank
1993, da “Chrome”

Gli echi di “Crank” non potevano passare di certo inosservati guadagnandosi il gradino d’argento del podio. Brano lineare e senza orpelli che sottolinea la tendenza alternative rock di quel periodo della band di Dickinson.

1. Thunderbird
1997, da “Adam and Eve”

Sicuramente, come spesso accade nelle top ten, qualcuno di voi storcerà il naso per la scelta del gradino più alto del podio. I sei minuti e poco più di questa meraviglia sono personalmente scontati. “Thunderbird” è ipnotica, circonda con i suoi numerosi cambi di ritmo rendendo l’ascolto un’esperienza avvolgente. Datemi retta, mettevi le cuffie e immergetevi nelle note di questo incredibile brano.