Dire che Sam Bielanski in questo disco è in forma smagliante è dire poco, anzi, pochissimo. La canadese, a mio personalissimo avviso, non è mai stata così ispirata e sforna 10 perle power-pop che strizzano l’occhio ai ’90, non certo quelli più oscuri e turbati ma quelli più pimpanti e solari, come se i Weezer e i Rentals avessero deciso di spassarsela e farsi una serata in sala di registrazione senza pensieri e chissà quali velleità, ma con il solo intento di piazzare canzoni con ritornelli memorabili. Niente che non abbiamo già sentito, per l’amor di Dio, ma trovatemelo voi un disco così fresco e così accattivante, in ambito power-pop, che, dall’inizio alla fine, non sbagli mai e dico mai un colpo.

Piacciono le chitarre rumorose che prendono l’indie-rock in salsa grunge e lo innaffiano di abbondante zucchero per renderlo power-pop, piace la pop-music ballabile di “French Class”, piace la radiofonia esagerata di canzoni micidiali come “Sick” o “Peach” (per ora una delle mie canzoni più gettonate di questo 2023), piace il taglio sbarazzino di “Who’s Calling” con acceni melodici quasi evocativi dei Cure, insomma qui piace tutto, e il disco scorre via che è un piacere nel suo essere disimpegnato musicalmente ma con testi nostalgici e agrodolci. Resta, come dicevamo, quel senso di “già sentito” che però, in questo caso, non disturba, anzi, rassicura.

Sam, ti voglio bene!!!