Assumendo il sempre valido motto che non si butta via niente del registrato e approfittando di un momento sentimentalmente fertile da fargli apprezzare qualsiasi cosa suoni, a pochi mesi dal suo più recente “Three bells” Ty Segall esce con questo EP strumentale dove si esercita nel suo primo amore musicale, la batteria, in una serie di brani di fatto senza discontinuità, che nelle intenzioni del nostro e negli espliciti riferimenti dei titoli rappresentano le fasi appunto rudimentali del processo amoroso.
La verve indiscussa del talento americano qui si presta a questa primitivizzazione del suono di un drumming molto ritmico, che trova mordente nel groove sempre più presente nelle ultime produzioni, e forse con un’occhio a posteriori, influenzato dal background in gran cassa diciamo, come se questo bagaglio venisse ora spogliato del cantautorato alt rock della sua maggiore produzione e uscisse come dire un suono destrutturato.
Ne viene fuori un divertissement tutto sommato godibile, brani con strutture semplici, dove la percussione è a volte imperniata sulla sola batteria, a volte mischiata con diversi altri strumenti (timpani, vibrafoni, xilofoni), ma sempre pregnante e consistente, si sente una certa impostazione di suono anni 70 alla John Bonham smaccatamente rock, altrove si passa ad un alt rock quasi weird, a volte, e queste sono le parti migliori, ricorda quel capolavoro di “Check your head!” dei Beastie Boys, dove una certa piacevole indolenza groovy si associa pregevolmente ad un minimalismo molto cool.