Sarà almeno la sesta volta che vedo Joan as Police Woman, alcune volte in location abbastanza inaspettate (una volta in un teatro in un paese in provincia di Bergamo e un’altra in un cortile romano di una biblioteca di Rimini), ma tutte le volte mi sorprendo a pensare che, sebbene non lo sapessi, questo concerto era esattamente quello di cui avrei avuto bisogno.
Joan è così, una ragazza di 50 e spingi anni, bellissima e magnetica, con questa voce incredibile che è un balsamo caldo nei giorni di pioggia, e quest’anno a Milano di pioggia ne abbiamo avuta tantissima, tanto che la stessa Joan a metà concerto ci ringrazia per essere qui nonostante il tempo inclemente.
Ma veniamo ai fatti. Joan suona alla santeria Toscana, che è un locale gradevole con una buona acustica e dove i concerti iniziano puntuali, ed esattamente alle 21.05 sale sul palco.
Io me l’aspettavo con un vestito cangiante e una tazza di tè in mano, cose a cui ci ha abituato nel tempo, e infatti arriva con un meraviglioso abito ciclamino che le sta di incanto a sorpresa in mano a un bicchiere con qualcosa di freddo (Joan dove l’hai messa la tazza con la bustina di tè a cui io ero tanto affezionata?)
In ogni caso la verità è che lei sale sul palco e ti dimentichi di tutto il resto, è bellissima come sempre, e tu pensi che sei già contenta così, salvo alla sua prima strofa ti rendi conto che quella voce – che già sul disco rende tantissimo – dal vivo è una cosa pazzesca. È qui per portare l’ultimo album (“Lemons Limes & Orchids“), ma tutto il live sarà un intervallarsi di brani nuovi e brani vecchi, che forse sono quelli che più ci aspettiamo, perché è vero che l’ultimo album è molto bello, ma la meraviglia di sentirla suonare dal vivo pezzi storici quali “Tell Me” ed “Eternal Flame” è una cosa tangibile.
Dopo un’ora Joan annuncia inaspettatamente un intervallo di 15 minuti “so you can mingle together“, come se fossimo a teatro e servisse una pausa tra due atti. A mio parere questo break non è stato il massimo da un punto di vista di fruizione del concerto, perché – e sottolineo ancora come questa sia un mia personalissima opinione – interrompere un live per un quarto d’ora dopo un’ora per poi suonare altri 45 minuti abbondanti ha un po’ spezzato il ritmo e il coinvolgimento emotivo. Vero che effettivamente abbiamo socializzato, ci siamo scambiati impressioni e salutato persone che abbiamo incontrato per caso, ma non so, ancora non mi ha convinto fino in fondo.
La seconda parte è coinvolgente come la prima? Sì, lo è, anche perché partendo con “Back Again” (una canzone del nuovo album che per me ha tutte le potenzialità per diventare nel tempo un suo classico) e transitando per la splendida “The Ride”, è difficile che non lo sia.
Menzioni speciale per gli artisti che erano con lei sul palco , un batterista e un chitarrista, due ragazzi che hanno accompagnato tutti i pezzi in maniera ineccepibile. Lei da canto suo si è occupata del piano, delle tastiere e della seconda chitarra.
Alla fine il concerto è stato del tutto soddisfacente, quello che ci voleva in questa sera di grigio autunno milanese, io torno a casa contenta perché comunque le sue canzoni rimangono addosso come qualcosa di caldo e avvolgente, non vedo l’ora di rivederla, lei e subito abitino cangiante e spero una nuova tazza di tè.