Arriva all’esordio sulla lunga distanza Dada Sutra, progetto di Caterina Dolci (bassista delle Bambole di Pezza) che si mette alla prova con un disco che è un invito alla disobbedienza civile, al cercare e inventare nuovi miti o divinità libere da crimini e dall’indifferenza, al creare uno spazio dove sperimentare all’insegna della speranza e rigenerazione.
E’ quello che cerca di fare Caterina Dolci in “Questo Amore Mortale”, titolo ispirato dal famoso murale berlinese del bacio tra i politici Honecker e Brežnev, che dopo tre singoli molto diversi tra loro come “Diva”, “Principe” e “Le Cure” conferma di voler osare con la propria musica tra elettronica e synth pop, sassofoni, sperimentazione e melodie inattese.
“May our utopia be a future on Earth“, frase dell’attivista indigena Txai Suruí che viene proposta come found audio in vari momenti racchiude il tema centrale di un album dal ritmo spesso spigoloso e incalzante che sa essere avventuroso e audace, racchiuso tra gli estremi di “Manifesto” e “Berlino Est”, un passato radioso, il futuro rosa, e nuovi modi di amare.
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