Nel mese del ritorno dei Cure ecco uscire il loro nuovo lavoro dei Black Doldrums, giovane band londinese che si ispira proprio a quegli anni nei quali il buon Robert Smith e soci erano giovanissimi ma già alfieri di quel movimento dark, un movimento che almeno agli inizi ebbe in Italia un limitato numero di fan ma che negli anni li ha resi una vera cult band.

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Il gruppo è composto dai membri fondatori Kevin Goddard (chitarra/voce), Sophie Landers (batteria) e Daniel Armstrong (basso), in questo loro secondo album mettono in evidenza un sound malinconico capace di catturare l’ascolto e con chiari riferimenti alla new wave.

Il brano che apre il loro nuovo lavoro è “Hideaway” che mette in mostra alcuni aspetti proprio di quel periodo, un pezzo tirato tra una batteria dominante, chitarre distorte e la voce di Kevin Goddard che rende bene l’inquietudine del brano.

Se l’inizio era buono il successivo “Dying for You”, con il suo andamento struggente, è ancora meglio, il basso iniziale che si unisce agli altri strumenti  e alla voce riesce a confezionare uno dei brani più riusciti dell’album.

Certamente non si può ridurre il loro sound solo al periodo dark poiché la band è capace di muoversi con disinvoltura anche in territorio diversi come avviene con “Summer Breeze”, con una chitarra scintillante in un brano che strizza gli occhi agli anni 90, o anche nella ritmata e danzereccia “Painting Smiles” che anima la parte centrale dell’album.

Il lavoro alterna momenti cupi ed estremamente dark come in “Tarantula” a momenti meno oscuri come avviene in “Changing of a Season” e “New Moon” nei quali le chitarre brillanti fanno da contrappeso alla voce di Kevin.

Il lavoro si conclude con “Modern Times” con un bel basso e i synth che si muovono in maniera inquietante mostrando la capacità della band di costruire atmosfere intense e tenebrose.

I Black Doldrums dimostrano di avere una base solida dove potersi costruire un futuro, evocativi, intensi e con un sound credibile possono ulteriormente evolversi e riservarci in futuro qualche sorpresa.