Bobby Gillespie non sapeva neppure se ci sarebbe stato un nuovo disco dei Primal Scream dopo “Chaosmosis” (2016) impegnato com’era in mille progetti paralleli e non: l’ottima biografia “Tenement Kid”, il tour celebrativo di “Screamadelica”, le collaborazioni con Peter Perrett e Paul Weller, la colonna sonora del film di Émilie Deleuze, “Utopian Ashes” album di cover realizzato con Jehnny Beth.
Sorprendentemente invece “Come Ahead” ha iniziato a prendere forma, in modo diverso dal solito: prima i testi e poi la musica, registrato tra Belfast e Londra col produttore David Holmes poi a Los Angeles sono state aggiunti il basso di Jason Falkner, la batteria di Jay Bellerose e le percussioni di Davey Chadwitten, le chitarre e tastiere di Andrew Innes.
E’ il primo album senza Martin Duffy, morto nel 2022 e le polemiche che ne sono seguite potevano lasciare un retrogusto amaro sul futuro di questi inossidabili veterani del rock. La notizia è che i Primal Scream restano i Primal Scream e non era del tutto scontato. Abilissimi a fondere psichedelia e funk, soul e cori gospel fin dalle prime note della trascinante “Ready To Go Home” e nelle melodie dell’orchestrale “Heal Yourself” poco dopo.
Il lato politico di Gillespie emerge in “Love Insurrection” con tanto di “Viva l’amore! No pasaran!” e la voce di Anna Caragnano, in “Innocent Money” dove cita Marx in modo piuttosto disilluso su un arrangiamento acido e psych. C’è spazio anche per il nostalgico soul blues di “Melancholy Man” con un gran assolo di chitarra, per una coinvolgente “Love Ain’t Enough” dove psichedelia, archi e gospel tornano in primo piano con ottimi risultati, per il dinamismo di “Circus Of Life”.
Menzione speciale per “False Flags” otto minuti sognanti e antimilitaristi, chiusura aggressiva con “Deep Dark Waters” lucido avvertimento sul futuro influenzato dagli scritti di Franco Bifo Berardi, la scattante “The Centre Cannot Hold” e “Settler’s Blues” altro brano dove storia, politica e attivismo camminano fianco a fianco in un brano ipnotico, accorato e riflessivo che denuncia i mali di guerra e colonialismo.
E’ sicuramente uno dei dischi più personali per Gillespie fin dalla foto di copertina scattata da Jim Lambie al padre Robert Gillespie Senior, figura fondamentale nella vita di un Bobby che continua a lottare e in “Come Ahead” esprime pareri e appassionate opinioni con la sicurezza data dall’esperienza e la sfacciataggine di una giovinezza ancora fresca nei ricordi.