Martedì sera di metà novembre: ci troviamo nel parco del Dopolavoro Ferroviario di Bologna e più precisamente al Locomotiv Club, che ormai ogni anno da parecchio tempo, sotto la sapiente guida artistica di Giovanni Gandolfi, regala stagioni eccellenti e interessanti agli appassionati di musica emiliani e non solo.
I Tapir! tornano in Italia dopo gli ottimi riscontri delle date estive: quello di oggi è il loro secondo concerto dei quattro previsti qui in Italia.
Gli inglesi presentano il loro album d’esordio, “The Pilgrim, Their God And The King Of My Decrepeit Mountain“, uscito a fine gennaio per la prestigiosa Heavenly Recordings, che li ha fatti conoscere e apprezzare ovunque.
Il set risulto intimo sin da subito e i Tapir! sin da subito sono capaci di riempire la sala della venue di via Serlio di belle sensazioni come, per esempio, in “On A Grassy Knoll (We’ll Bow Together)”: partendo da toni folk e utilizzando una incredibile delicatezza, la formazione britannica trova una graditissima eleganza dai tocchi jazz attraverso i tocchi del piano e del violoncello, suonato dal batterista Wilfred Cartwright, sostituito nel suo ruolo principale da percussioni elettroniche, come succederà più volte durante il loro set.
Poco più avanti “The Nether (Face To Face)”, vede l’uso del falsetto da parte del frontman Ike Gray, mettendo i sentimenti, seppur malinconici davanti a tutto, e trovando soluzioni sonore mai banali, che incantano il pubblico felsineo.
In “Hallelujah Bruv”, basata su piano e sei corde, Ike cambia facilmente il tono della sua voce, mentre non mancano armonie ed emozioni per chi li sta guardando.
Come giustamente il collega Gianni Gardon segnalava nella recensione del disco, “My God” gode di un’incredibile sensazione di intimità, che anche dal vivo sa rimanere: violoncello, piano e chitarre, uniti da ottime armonie, sanno creare una grandissima eleganza e panorami sonori di rara bellezza ed emotività.
Non bisogna sempre cercare suoni ricercati per raggiungere il proprio obiettivo: i pur interessanti arpeggi acustici di “Eidolon” sono più che sufficienti per disegnare paesaggi romantici che rimangono nel cuore sin dalla prima nota.
L’inedita “Clothing Line” si rivela davvero interessante con il vibrante suono del violoncello che, insieme al piano, regala altri attimi di delicatezza e qualità, mentre “Nail In A Wooden Trunk” chiude il set dopo cinquanta minuti con altre soluzioni pulite e raffinate e ricche di passione.
Una bella serata in cui i Tapir! hanno dimostrato tutto il loro valore, regalando emozioni e portando sul palco del Locomotiv Club un suono elegante e mai banale a cui hanno aggiunto la loro anima: torniamo fuori nella fredda serata emiliana con il cuore riscaldato dalle canzoni di questi ragazzi inglesi.