Sono passati dieci anni dalla spinosa polemica con accuse di bullismo digitale e trans fobia che ha coinvolto i Whirr, quella che, in quel 2014 e poi 2015, era una giovane band amante delle chitarre distorte e delle atmosfere rarefatte. Grazie ad album come “Distressor”, “Pipe Dreams“, “Around” e “Sway” si erano costruiti un buon seguito di pubblico e gli elogi non erano mancati.

Credit: Errick Easterday

Le scuse di Nick Bassett non hanno evitato la perdita del contratto con l’etichetta Run For Cover e la carriera dei Whirr è rimasta in sospeso fino al 2019 quando un buon disco come “Feels Like You” ha dimostrato che per loro non era ancora finita.

Sensazione pienamente confermata da “Raw Blue” pubblicato a sorpresa sulla loro pagina Bandcamp. Prodotto dagli stessi Whirr e da Zac Montez è il disco della definitiva maturità per la band californiana che non rinuncia all’intensità di chitarre esplosive e sognanti nella title track, all’alt rock deciso e dal forte impianto melodico di “Collect Sadness” e della grintosa “Swing Me”.

Trascinanti nella sofferta “Every Day Is The Same”, belle le armonie di una ballata dai toni dream pop come “Crush Tones”, graffiante il refrain della distorta “Days I Wanna Fade Away” che insieme a “All Mine” e “Worries Bloom” diventa uno dei capisaldi di un sound che tra voci cariche di effetti e la dolcezza adrenalinica di “Walk Through Space” colpisce nel segno.

Si inseriscono in un panorama particolarmente fertile per generi a loro cari come dream pop e shoegaze i Whirr e non stupisce che molti li considerino un punto di riferimento e d’ispirazione anche grazie a vere cavalcate come “Enjoy Everything“ con Kelly O’donohue alla tromba. “Raw Blue” è l’album di una band rinata dalle proprie ceneri e sicura di sé che ha imparato dai propri errori.