Franco Naddei torna a vestire i panni di Francobeat dopo “Trilogia della fantasia: Vedo beat”, “Mondo Fantastico” opera dedicata a Gianni Rodari e “Radici” riproponendo l’incarnazione di un musicista sui generis, attivo in un gran numero di progetti di stampo elettronico come Naddei o rock come Santo Barbaro ma non nuovo a incursioni nel campo della letteratura.

Produttore e tecnico del suono oltre che collaboratore di Hugo Race, Sacri Cuori, John de Leo tra gli altri si dedica a questa nuova avventura tra jazz, ambient, afropop, funk. Canzoni frutto di “provocanti e provocatorie” riflessioni sul tempo che passa tra il ritmo incalzante di “Bocche” a suon di sintetizzatori e sassofoni suonati da Gianni Perinelli ed echi di canzone d’amore anni sessanta.
Roberto Villa a basso e contrabbasso; Vince Vallicelli alle percussioni; Youssef Ait Bouazza (Savana Funk) e Fabio Nobile alla batteria, Giacomo Toni al pianoforte, il quartetto d’archi con Matteo del Soldà e Cesare Carretta, le voci di Paola Venturi nella title track e Sabrina Rocchi in “Oro di uno” completano un ensemble affiatato.
“Se Rinasco” ai confini del jazz più acido, testi che alternano parti cantate e spoken word (“La Notte”) momenti hot, pungenti e scatenati (“Amore Geometrico”) elettro-pop dove i sintetizzatori scelti in gioventù la fanno da padrone sanciscono l’indole imprevedibile e creativa di un Naddei che sa essere minimale e intenso in “Ballata Siderale”, graffiante in “Amami Male” e “La Lingua Batte”.
Due brani che insieme a “Non Sono Romantico” formano una specie di mini manifesto programmatico dove passato e presente si uniscono tra melodie estreme e altre più immediate come appunto la traccia in chiusura di un disco interessante che conferma l’originalità sfrenata del Francobeat – pensiero dopo un decennio dedicato ad altri progetti.