Risale ormai al lontano 2007 il film (non propriamente biografico) “Io non sono qui“, in cui venivano narrati, con uno stile narrativo visionario e mai calligrafico, sette distinti momenti della vita del musicista. Era solo questione di tempo che si arrivasse alla realizzazione di un biopic avente come soggetto Bob Dylan, considerando il periodo storico foriero nella realizzazione di questa tipologia di film.

“A Complete Unkown” pare possa avere un appeal diverso rispetto agli ormai celeberrimi “Bohemian Rapsody” e “Rocketman“, trattandosi di personaggio tutt’altro che glam, legato meno ad “istant classic” o “hits” e con una multidimensionalità di livelli interpretativi legati all’espressione della sua arte. Proprio queste ultime citate caratteristiche mi rendono dubbioso sull’effettiva necessità di girare un biopic su Bob Dylan, anche se l’assoluta e primaria importanza storica del musicista non può essere messa in discussione nemmeno da uno Scaruffi sotto acido.

Temo inoltre che lo stesso esito artistico del film possa essere inficiato dalla natura stessa del biopic, azzerando quel multilivello di comprensione che, de gustibus a parte, è necessario per approcciare in maniera corretta e più completa possibile l’opera di Dylan.

Troppo spesso il biopic, per ovvi motivi legati alla sua forma e ai suoi tempi, tende ad appiattire la narrazione, a renderla giocoforza parziale e poco autentica; d’altra parte invero ha dalla sua il fascino di poter spettacolarizzare eventi passati, ridare loro nuova linfa e permettere, sia a chi non era contemporaneo ai fatti narrati sia a chi non può/vuole approfondire la materia, di poter accedere a storie degne di essere conosciute alla massa.

In attesa della sua imminente uscita, fa ben sperare la presenza alla produzione e regia di James Mangold, già brillantemente artefice dell’intenso e riuscito biopic su Johnny Cash “Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line (Walk the line) “ del 2005.

Al di là di tutte queste premesse e considerazioni, rimane viva la curiosa attesa di poter visionare la pellicola, su cui sorge naturale la domanda su che aspetti andrà a concentrarsi.

Bob Dylan infatti, oltre alla già citata pluralità di livelli di letture/approcci/interpretazioni legati alla sua musica, abbraccia rispettivamente :

un periodo storico racchiuso in diverse decadi in due secoli;
interpreta molteplici stili;
si fece e si fa collettore di istanze ed esigenze numerose e diversificate;
biograficamente è ricco di avvenimenti, celebrazioni, aneddoti, visioni, fatti e misfatti tali da poterne realizzare una o più serie ricche di stagioni (ragionando con i moderni termini di fruizione mediatica).

Nel caso di “A Complete Unkown” la scelta è stata quella di fotografare il periodo giovanile dell’approdo a New York, per realizzare i mai celati sogni di successo fino ad arrivare alla celeberrima svolta elettrica di metà anni ’60.

Chissà se nel film verrà rappresentata l’iconica scena del fan che, non accettando la svolta elettrica, si rivolse durante un concerto a Bob con l’epiteto di “Giuda“, mentre pare certa la presenza di scene rappresentative delle medesimo contestazioni al festival Newport.

Temi forse ormai lontani dalla contemporaneità, quasi come se, ai tempi, l’abbracciare la strumentazione elettrica rappresentasse un tradimento non solo dell’impianto musicale folk ma dei valori ad esso collegati.

Un Dylan che non voleva essere imbrigliato in alcuna corrente musicale e/o ideologica, che utilizzò e sfruttò a suo favore circostanze, luoghi e persone, andando sempre avanti e creando un universo a sé stante, che porta il suo stesso nome, non interessandosi dei “dylaniani” o dei “dylaniati”.
Il titolo della pellicola si rifà ad un passaggio di “Like a Rolling Stone”, scritta da Dylan nel 1965, ma forse è perfetto per descrivere la stessa personalità dell’artista e della sua arte, mai completamente afferrabile, ma bisognosa sempre di nuovi ascolti, studi ed approfondimenti sulla musica ed i testi.

Quanto questo biopic potrà riuscire nell’intento di essere, o meglio, apparire autentico lo scopriremo molto presto.

L’uscita nella sale è fissata per il 23 gennaio, ma giova ricordare anche la data del 20 gennaio, in cui ricorreva il 50esimo anniversario del capolavoro “Blood on the tracks“.