Credit: Sonja Stadelmaier

Tara Nome Doyle annuncia oggi il suo terzo LP, “Ekko“, in uscita il prossimo 11 aprile, via Fat Cat Records, a distanza di poco più di tre anni dal precedente, “Værmin”.

“Ekko” è un viaggio che si avventura verso l’ignoto e verso le profondità di sé, esplorando il dolore, gli addii, i nuovi inizi e, infine, l’accettazione. L’album, della durata di soli 30 minuti, emana una notevole chiarezza, non solo nella sua brevità, ma anche nella sua profondità emotiva, e sembra la prima “scalata libera” di Tara dai suoi primi due album.

Questa ritrovata libertà si riflette nell’approccio minimalista dell’album. Tara ha prodotto da sola la maggior parte di “Ekko”, mantenendo intenzionalmente una tavolozza musicale semplice. Ha collaborato con il produttore e ingegnere Simon Goff, vincitore di un Grammy (The Joker, Chernobyl), per creare un paesaggio sonoro preciso e spoglio, costruito intorno a voce, pianoforte, chitarra, archi, Mellotron e occasionali sintetizzatori analogici. Un tocco personale si trova negli arrangiamenti degli archi: prima di trascrivere le parti di violoncello, Tara ha registrato personalmente i demo vocali per ogni linea.

I miti antichi si intrecciano senza soluzione di continuità in “Ekko”, intrecciandosi con i temi introspettivi della musicista irlandese-norvegese. Le figure di Narciso e della ninfa Eco incarnano due estremi: l’ossessione per se stessi da un lato e il completo conformismo dall’altro. Queste idee risuonano profondamente nell’odierno panorama digitale, dove l’identità si sposta spesso tra l’autenticità e la pressione ad assimilarsi.

Tara Nome Doyle spiega:

Il mio album è stato ispirato dal mito di Eco e Narciso delle Metamorfosi di Ovidio. La storia di Eco, che perde la voce e il senso di sé a causa della maledizione di ripetere le parole degli altri, mi è sembrata una potente metafora del mio viaggio. Sono passata dal creare canzoni uniche con facilità a dipendere pesantemente dalla convalida esterna, a stravolgermi per adattarmi alle aspettative degli altri e a perdere il contatto con chi ero.

E poi aggiunge:

Con questo album ho voluto eliminare gli strati di dubbio e riscoprire la mia vera voce. Si tratta di riconnettermi con me stessa e di creare musica che sia onesta, ultraterrena e catartica. Non rispecchiare quello che gli altri vogliono vedere, ma quello che io ho bisogno di mostrare loro.

Dopo “The Overgrown Path”, rilasciato a fine 2024, ora ecco un’altro estratto, “Lighthouse”, accompagnato da un video diretto da Mateusz Miszczy?ski.

La musicista di stanza a Berlino dice del brano:

Ho scritto “Lighthouse” per un’amica che stava attraversando un momento difficile. Mi sono vista nella sua lotta per accontentare tutti, trascurando i propri bisogni. Questa canzone vuole essere un caldo abbraccio, che offre rassicurazione e un dolce incoraggiamento. Il mantra “a chi importa non importa, e a chi importa non importa” mi ha guidato nei miei momenti più difficili, e mi è sembrato significativo condividerlo attraverso questa canzone. Spero che arrivi a qualcuno che abbia bisogno di sentirlo, ricordarlo e ripeterlo.

Toccante e doloroso, il nuovo singolo di Tara si basa su arrangiamenti minimalisti, ma alquanto efficaci per trasmettere i sentimenti: piano, percussioni e qualche elemento elettronico aggiungono una maggiore forza emotiva alla sua poetica voce, regalando momenti di grande purezza.

Listen & Follow
Tara Nome Doyle: Bandcamp | Soundcloud | Spotify