Chiariamo subito il discorso: i simpatici Pastel non sono i nuovi Verve e nemmeno i nuovi Stone Roses, come invece la stampa inglese vorrebbe dipingerli, sempre alla ricerca di nuovi eroi da osannare (e poi magari da gettare nella polvere). Sono sicuramente un quintetto che ha appreso alla grande la lezione di quelle band (e non solo!) e, da bravi scolari, hanno messo in pratica quanto i mestri hanno trasmesso. Va da sé che, al momento, i Pastel non hanno ancora quel gusto ritmico e quel piglio magnifico che animava i Roses e nemmeno quella visionarietà e quell’epicità da batticuore dei Verve.

Che facciamo? Buttiamo tutto a mare?
Ma no, per l’amor di Dio. Fa veramente piacere che nel 2025 questi giovanotti vadano a ripescare, in parte, quel glorioso sound appartenente a Manchester (anche se chi si azzarda a scrivere Madchester andrebbe quantomeno guardato storto), con la giusta sfrontatezza e una buona dose di irriverenza che però si stempera nella devozione, sfacciata ma non troppo.
Se gente come Andy Bell o Liam Gallagher ha speso tante belle parole per loro il motivo c’è, ed è lampante. Il disco è valido, molto ben suonato e con riferimenti che più lampanti non si può, che si chiamino Oasis o appunto Stone Roses. Ci piacciono quasi di più i nostri quando riempiono l’aria di chitarre come in “Heroe’s Blood” più che quando si muovono sinuosi e scorrevoli (“Leave A Light” mi pare quasi una b-side dei Primal Scream più ruffiani di “Give Out But Don’t Give Up”), ma a conti fatti il disco viaggia con gusto, basti pensare alle chitarre circolari di “Your Day” o alla melodia irresistibile di “Gone Too Fast”, anche se non tutto è così memorabile, giusto dirlo.
Mi ricordo che all’epoca i Bluetones del primo disco erano etichettati come i nuovi Stone Roses, vediamo se i Pastel seguiranno quelle magiche orme o si ritroveranno giusto a fare la fine dei Laxton’s Superb (che all’epoca erano definiti i nuovi Bluetones, tanto per dire come volavano in fretta i paragoni) di cui oggi non si ricorda più nessuno.
Ps…il disco potrebbe anche veleggiare su un buon 7 in pagella, ma la presenza altissima di materiale già edito ne inficia inevitabilmente il voto che, per questo motivo, cala di mezzo punto, assestandosi sul 6,5. Va bene qualche rimando a cose già uscite, ma farci più di mezzo disco anche no.