
Esordio all’insegna dell’elettronica per Giulia Impache che tra brani autobiografici e altri che aprono lo sguardo al mondo riesce a trovare il modo giusto per mettere insieme influenze molto diverse tra loro, dall’improvvisazione alla più pura sperimentazione a melodie di stampo pop – rock, anche grazie alla collaborazione con Jacopo Acquafresca e Andrea Marazzi che hanno prodotto e arrangiato i brani.
Molti i temi trattati, “In The Dark” ad esempio parte dalla morte di George Floyd per diventare un’intima e rumorosa riflessione sull’ingiustizia sociale, “(I’m) looking (for) life” rielabora abilmente ritmi tra elettro – pop e dance, non mancano armonie distorte e sognanti come quelle di “Occhi” o “Life is Short” dal titolo liberamente ispirato a “We Can Work It Out” dei Beatles.
Un disco variegato e poliedrico, che ha nel ritmo martellante di “Ogni Cosa” e nell’intensa e minimale “Sailor (for fin)” i due estremi, in cui la musica torna ad essere arte strettamente legata alla contemporaneità e l’artista torinese si inserisce definitivamente e con pieno merito nel panorama della musica elettronica italiana, da tempo fertile fonte di novità interessanti.
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