
Quattro band protagoniste di un massacro sonoro al quale ogni appassionato di musica estrema dovrebbe assistere. Non ha deluso le aspettative la tappa olandese del “Campaign For Musical Destruction Tour” che, fedele al suo truculento nome, sta sfracellando le orecchie di mezza Europa in queste prime settimane del 2025.
La sala Pandora del TivoliVredenburg, imponente e avveniristico spazio per concerti che sorge nel centro di Utrecht, inizia a riempirsi alle 18:30 spaccate quando sul palco sale il primo gruppo spalla: i Brat, un giovane quartetto americano che propone un dissacrante mix tra death metal e power violence stravolto dal rosa shocking ostentato dalla scatenata cantante Liz Selfish.
Brani grezzi e brutali, irrobustiti dal growl insospettabilmente potente della bionda vocalist, divertono e coinvolgono gli spettatori, in buona parte stupiti positivamente dai sample di Britney Spears e ABBA utilizzati come intro.
Al termine del gustoso antipasto a base di Barbiegrind e Bimboviolence (queste le fantasiose etichette impiegate dai Brat per descrivere la loro musica), si passa a una bella lezione di stile da parte dei Full Of Hell. La band del Maryland conquista il pubblico con un set letteralmente esplosivo: il loro riconoscibilissimo grindcore d’avanguardia, contaminato dal noise e caratterizzato dallo spaventoso screaming del cantante e maestro dell’effettistica Dylan Walker, sembra ispirare i più giovani presenti in platea, che aprono le sanguinose danze con stage diving e circle pit.
Al termine del breve ma intenso set dei Full Of Hell c’è spazio per quella che potremmo definire la parentesi soft della serata. Ed è assurdo anche solo pensarlo, perché lo sludge metal cupo e apocalittico dei Crowbar non ha davvero nulla di dolce o rilassante. Sta di fatto che il leggendario gruppo del cantante e chitarrista Kirk Windstein è l’unico della serata a suggerire trame melodiche e a proporre pezzi al di sotto dei 250 BPM.
Non che la lentezza e i riffoni infernali del quartetto di New Orleans riescano a placare gli animi degli spettatori che, noncuranti del pericolo, pogano come forsennati nella bollente arena di Utrecht. La situazione però si fa davvero incandescente quando a salire sul palco sono gli eroi di questa tournée, ovvero i britannici Napalm Death.
I pionieri del grindcore e del death metal, guidati dal sempre irrefrenabile vocalist Mark Greenway, prendono a calci il pubblico olandese con un’ottima selezione di classici e meno classici che, come un fiammifero lanciato su un cumulo di paglia, incendiano le danze che vanno avanti per quasi un’ora e mezza.
È una lectio magistralis di fetida classe e coerenza quella del quartetto di Birmingham che, con i suoi potenti messaggi contro lo schifo imperante di un mondo in balia dell’odio e del razzismo, riesce a emozionare con un concerto a dir poco catartico, pregno di quella sana e umanissima rabbia che stupidamente proviamo sempre a nascondere sotto il vuoto dell’ipocrisia.
Brani come “Smash A Single Digit”, “Suffer The Children”, “Multinational Corporations”, “Contagion”, “Amoral” e “Nazi Punks Fuck Off”, grandiosa cover dei Dead Kennedys, si trasformano in bastioni fatti di chitarra, basso, batteria e growl. Veri e propri argini contro il perenne declino morale al quale siamo tutti condannati; gli spettatori più indemoniati sembrano volersi arrampicare sul muro di suono costruito con impeccabile sapienza dai Napalm Death, quasi a voler dimenticare gli orrori e le ingiustizie che ammorbano tutto quel che si trova al di fuori della sala Pandora.
Greenway e compagni “scoperchiano il vaso” olandese con uno spettacolo gioiosamente rumoroso che si fa particolarmente intenso quando vengono proposti i pezzi tratti dai primi, seminali album della band (“Scum” e “From Enslavement To Obliteration”). Nella setlist non può di certo mancare la storica “You Suffer” che, con una durata pari a 1,316 secondi, resta la canzone più corta mai registrata per un disco.
Solo uno dei tanti record raggiunti da una band che, nonostante l’età che avanza, continua a spingere sempre più in là i confini della musica estrema. Se siete amanti del genere non perdetevi la tappa italiana del “Campaign For Musical Destruction Tour”, in programma a Padova il 22 febbraio.