
Tre brevi accordi di pianoforte, sul quarto s’innesta la propulsione ritmica più motorik che si possa concepire, poche battute più oltre entra in scena un synth che di lì in poi ondeggerà su tutto il brano come una lunga tenda in preda alla brezza serale.
Che roba è, cosa stiamo ascoltando? Una sorta di versione in negativo, e retro-futurista, di “Hallogallo”? Che anno è? Che anno è quando questa “Isi” diventa qualcosa di quasi ballabile?
Per molti versi, il vero seguito di “Neu!” non è “Neu! 2”, che Rother e Dinger pubblicarono nel ‘73, ma “Neu! 75” di due anni più tardi.
“Neu! 2” era stato un progetto di fatto lasciato a metà perché (molto banalmente) i soldi per portarlo avanti erano finiti. Quindi a quattro brani originali, i Neu! avevano affiancato ben sette rivisitazione del loro singolo “Neuschnee/Super”, manipolandone i nastri e facendolo girare a varie velocità differenti e su diversi supporti.
Poi i due avevano preso ciascuno la propria strada, perché avevano idee apparentemente inconciliabili su quale direzione dovessero effettivamente prendere – più aggressiva (come voleva Dinger) o più ambient (come avrebbe preferito Rother, che non a caso nel frattempo si era unito al supergruppo Harmonia)?
Per essere un tentativo di ricomporre una frattura, “Neu! 75” è piuttosto spettacolare.
“Hero” e “After Eight” sono i due momenti che probabilmente più aderiscono alla visione di Dinger: batteria martellante, pianoforte percosso, chitarra distorta e feroce, vocalizzi sguaiati.
Pur mantenendo un che di assolutamente etereo, sono ben concrete – ancora una volta una suggestione impressionante: dove siamo e che anno è? Ci si sente dentro lo spettro di John Lydon / Johnny Rotten – versione Sex Pistols o Public Image Ltd. poco importa: è il futuro tre, quattro anni prima che si manifesti davvero. O se proprio queste due tracce siano da ancorare a quel presente, allora si tratterebbe di una stupefacente traduzione industriale, vivida e teutonica, del glam rock. Ma il salto in avanti è lunghissimo.
Già così “Neu! 75” fa mette giù due mosse che danno scacco matto alla storia. Fine dei giochi, resa.
Non fosse però che dalle combinazioni cervellotiche di Rother e Dinger escono anche “Seeland”, “E-Musik” e “Leb’ whol”.
Durante i quasi dieci minuti di “E-Music” la batteria viene filtrata, passata attraverso un phaser finché sembra che un uragano la stia trascinando via – che lei sia qui, ma il suono che produce sia da tutt’altra parte, metri e metri più in là, e nel frattempo Rother si sbizzarrisce con i sintetizzatori.
In questo senso, il suo capolavoro è “Seeland”: un maestosa, cinematografica e trionfale dimostrazione di magniloquenza melodica che si chiude bagnata dal temporale – lo stesso temporale che schizza su Leb’ whol, che poi vuol dire addio, e non ci sarebbe nemmeno bisogno di traduzione.
All’inizio di tutto sta “IsI”, che è appunto una “Hallogallo” più breve, più flashata. Al posto delle chitarre, synth irresistibili. O meglio, la chitarra c’è, grattugia da qualche parte in fondo al canale sinistro, ma tra i sintetizzatori, le voci che vanno e vengono e il piano che man mano sembra volersi ritagliare un ruolo preponderante, è un elemento del tutto eventuale.
Se “Neu!” era stato il suono di un’idea, “Neu! 75” è il suono di un presente visionario, abbagliante. Il suono di cose che accelerano improvvisamente ed all’unisono, puntando dritte verso la fine del millennio.
L’articolo originale è contenuto su ‘Non siamo di qui’, che ringraziamo per la gentile concessione
Pubblicazione: febbraio 1975
Durata: 46:22
Dischi: 1
Tracce: 6
Genere: Krautrock
Etichetta: Brain Records, Movieplayer, United Artists Records
Produttore: Klaus Dinger, Michael Rother e Konrad Plank
Registrazione: dicembre 1974 – gennaio 1975
Tracklist:
Isi
Seeland
Leb Wohl
Hero
E-Musik
After Eight