Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto.

MANIC STREET PREACHERS – “Critical Thinking”
[Sony]

indie-rock

Il bassista Nicky Wire dice dell’album: Questo è un disco di opposti che si scontrano, di dialettica che cerca di trovare una via di risoluzione. Mentre la musica ha un’effervescenza e un’elevazione elegiaca, la maggior parte delle parole si occupa della fredda analisi del sé, con l’eccezione dei tre testi di James (Dean Bradfield) che cercano e auspicabilmente trovano risposte nelle persone, nei loro ricordi, nel loro linguaggio e nelle loro convinzioni.

HORSEGIRL – “Phonetics On and On”
[Matador]
indie-rock

Lavorando a stretto contatto con la musicista/produttrice Cate Le Bon (Deerhunter, Kurt Vile, Wilco), le Horsegirl hanno trovato in studio la concentrazione e l’intimità che possono nascere solo quando fa troppo freddo per uscire. La Le Bon le conduce in nuovi territori sonori, luminosi e chiari, che evidenziano la natura inventiva di queste nuove canzoni.

THE LUMINEERS – “Automatic”
[Dualtone]
indie-rock

Questo album segna 20 anni di scrittura di canzoni tra me e Jeremiah“, dice Wesley Schultz. “L’album esplora alcune assurdità del mondo moderno, come il confine sempre più labile tra ciò che è reale e ciò che non lo è, e la varietà di modi in cui ci intorpidiamo cercando di combattere la noia e la sovrastimolazione“.

LACUNA COIL – “Sleepless Empire”
[Century Media]
heavy metal

Le note stampa ci dicono che il suono dei Lacuna Coil è oscuro, riflette la società in cui viviamo, è un ritratto dei nostri tempi. Testimonia il cambiamento della nostra società, l’impero dell’insonnia, in cui tutti sono sempre al telefono, sempre a scorrere, sempre a fare qualcosa – dalla mattina alla sera, non si ferma mai. È una filosofia che si riflette in ogni aspetto di “Sleepless Empire”.

ART D’ECCO – “Serene Demon”
[Paper Bag]
indie-rock

Un tuffo nell’art-rock. La vita ha un senso o uno scopo? Cosa distingue il bene dal male? Gli individui godono del libero arbitrio o il destino è prestabilito? I pensatori critici, tra cui Sartre, Nietzsche e Dostoevskij, hanno riflettuto su queste domande per secoli. “Serene Demon”, a quanto ci dicono le note stampa, le risolve in meno di 39 minuti. “Ero determinato, in modo quasi monomaniacale, a dimostrare che posso fare qualcosa di diverso“. “Sono sempre stato affascinato dalla seduzione del male che si nasconde dentro di noi, e non solo dall’archetipo dell’angelo e del diavolo su ogni spalla“.

DENISON WITMER – “Anything At All”
[Asthmatic Kitty]
indie-pop-folk

Denison Witmer torna con una nuova raccolta di dieci vibranti e riflessive canzoni folk-pop registrate e prodotte da Sufjan Stevens, suo amico e collaboratore di lunga data. Anything At All vede Denison in uno stato d’animo opportunamente riflessivo, mentre estrae sublimi rivelazioni da una vita ordinaria e domestica. L’estetica musicale dell’album sposa l’atmosfera folk di Denison con i segni distintivi di Sufjan: archi e fiati lussureggianti, cori femminili e un sassofono jazz occasionale si intrecciano con la voce pratica e la chitarra acustica di Denison. Si tratta di semplici canzoni folk con esplosioni di stupore e meraviglia.

ORACLE SISTERS – “Divination”
[Wizard Artists]
indie-pop

Componendo per la prima volta come un vero e proprio trio, la band ha messo insieme le idee formate durante i momenti liberi in tour. Questi frammenti sono confluiti in “Divinations”, un album plasmato dall’esistenza nomade della band. Le session di registrazione si sono svolte in accoglienti studi parigini, in un fienile nel nord della Francia e negli storici Valentine Studios di Los Angeles. Sebbene il loro lavoro non rifletta consapevolmente eventi o luoghi specifici del mondo, cercano di abbracciare l’universale e di offrire uno spazio di guarigione. “Una buona musica avrebbe senso per un contadino nella Francia del XVII secolo come per un pasticcere in Slovenia nel XXI secolo“, dice Lazar. Non è scritta per nessun potere temporale. Si tratta di esprimere la nostra comune umanità e di partire da lì“.

PIERS FACCINI & BALLAKE SISSOKO – “Our Calling”
[NO FORMAT!]
indie-pop-folk

Due decenni dopo la loro prima collaborazione, il cantautore folk anglo-italiano Piers Faccini e il virtuoso maliano della kora Ballaké Sissoko tornano con un album ipnotico: “Our Calling”. Questo affascinante dialogo tra un virtuoso strumentista all’apice delle sue capacità e un ispirato cantautore, riesce a creare nuove forme di canzone con una leggerezza di tocco che getta un ponte tra i continenti e la tradizione. Un canto di lode sonora e narrativa della migrazione in tutte le sue forme: semi portato dal vento; usignoli in viaggio tra l’Africa occidentale e l’Europa al volgere delle nuove stagioni; dall’uomo, attraverso i secoli, lungo le rotte commerciali, condividendo pratiche musicali e ritmi.

DEAD GOWNS – “It’s Summer, I Love You, and I’m Surrounded by Snow”
[Mtn Laurel Recording Co.]
songwriting, indie-rock, folk-rock

Genevieve Beaudoin, dal Maine, è abile paroliera con ampia gamma di colori e texture poetiche. Il suo progetto Dead Gowns, qui al debutto, dipinge storie in toni romantici e oscuri, ci racconta una donna nel pieno della sua età adulta che decifra la capacità della vita di soddisfare i desideri o di lasciarli dolorosamente insoddisfatti.

BRUNORI SAS – L’albero delle noci
[Island Records]
songwriting
, pop

Composto da 10 tracce, il disco affonda le radici in una dimensione intima e riflessiva, frutto di un percorso che ha riportato Brunori all’essenza della sua musica: sciogliere nodi interiori trasformandoli in canzoni capaci di intrecciare frammenti di vita personale e storie dall’impatto universale. A dare una nuova direzione a questo viaggio sonoro, il sodalizio con Riccardo Sinigallia, produttore dell’intero progetto.

BROTHER ALI – “Satisfied Soul
[Mello]
soul, spoken

Protagonista della scena rap underground della sua Minneapolis, recentemente ricollocatosi ad Instabul, Brother Ali, non vedente, convertito mussulmano, attivista per i diritti umani, veste a pennello i panni di predicatore dalla voce tonante. Produce il tutto Ant metà del collettivo hip-hop Atmosphere con il quale il fratello Ali ha spesso collaborato in passato.

MALLRAT – “Light Hit My Face Like A Straight Light
[Nettwerk]
pop, elettronica

Una svolta audace nel metafisico, questa è la premessa di “Light Hit My Face Like A Straight Light”, il secondo album di Mallrat, cantautrice e produttrice nata a Brisbane. Ambientate su uno sfondo di breakbeat espressivi e musica dance, le dodici canzoni esplorano l’intangibile e misterioso fascino della connessione umana, intersecate da curiose indagini sulla luce.

WINONA FIGHTER – “My Apologies To The Chef”
[Rise]
indie-rock

Non possiamo credere di poter annunciare che il nostro LP di debutto è arrivato. È stato davvero un lungo viaggio, ammette Coco Kinnon. La nostra etichetta Rise Records ci ha permesso di adottare il nostro approccio fai-da-te alla registrazione dell’album. Ogni canzone è stata scritta o co-scritta da noi. Siamo stati solo io e i ragazzi nel nostro studio di casa dalla pre-produzione all’invio del lavoro finito per la masterizzazione.

BARTEES STRANGE – “Horror”
[4AD]
indie-rock

Bartees Strange è stato cresciuto con la paura. La sua famiglia usava storie spaventose per insegnare lezioni di vita e, in tenera età, Strange ha iniziato a usare i film di paura per esercitarsi a essere forte. Il mondo può essere un luogo terrificante e per un giovane nero e queer dell’America rurale questo terrore può essere viscerale. “Horror” è un album che parla di come affrontare queste paure e crescere per diventare qualcuno da temere. Nel corso del disco, Strange espone una verità difficile dopo l’altra, il tutto su un pastiche sonoro di musica che amava da bambino. Suo padre gli ha fatto conoscere Parliament Funkadelic, Fleetwood Mac, Teddy Pendergrass e Neil Young. Queste influenze si sono fuse con l’interesse di Strange per l’hip-hop, il country, l’indie rock e l’house.

THE VELVETEERS – “A Million Knives”
[Easy Eye Sound]
indie-rock

I Velveteers portano un’energia viscerale nel loro esplosivo secondo album, “A Million Knives”, carico di inni rock incandescenti infusi con un songwriting indie e melodico. Con il produttore Dan Auerbach, il trio di Boulder, incapsula la potenza cruda, forte e profondamente pesante delle sue esibizioni dal vivo e punta i riflettori su canzoni ben costruite, mentre trova il proprio suono e stile distintivo.

VENTURING – “Ghostholding”
[deadAir]
indie-rock

Si è rispolverata la parola emo per questo disco di venturing, nuovo progetto musicale di Jane Remover. Introspettivo e minimale ma anche intenso e slabbrato in certi momenti. C’è chi parla anche di shoegaze, diciamo che a tratti abbiamo un indie-rock che esplode in modo grezzo e rabbioso, ma spesso i toni sono dimessi o comunque dilatati.

RICHARD DAWSON – “End Of The Middle”
[Domino]
indie-folk

Il titolo del nuovo album di Richard Dawson, “End of the Middle”, è una contraddizione opportunamente scivolosa, che invita a molteplici interpretazioni: Età media? Classe media? Il punto centrale della carriera di Dawson? Il centro di un disco? Il centrismo in generale? La polarizzazione? La possibilità di avere una discussione equilibrata su qualsiasi cosa? Il centro con te? Inghilterra di mezzo? Canzoni mediocri? “End of the Middle” è uno sguardo sul funzionamento dell’unità familiare, forse di più generazioni della stessa famiglia: “Volevo che questo disco fosse su piccola scala e molto domestico“, spiega Dawson, “che fosse spogliato, nudo e crudo, e che lasciasse che i testi e le melodie parlassero da soli e per le persone nelle canzoni’.

JOHN GLACIER – “Like A Ribbon”
[Young]
indie-rock-rap

“Like A Ribbon” consolida il suono cupo di John Glacier che continua a rimanere nel solco dell’indie-rock-rap, ma asciugato dai suoi sentimenti più zuccherosi e prepotenti.

THE ALTONS – “Heartache In Room 14”
[Deptone]
soul / R&B

Dopo diversi singoli di grande successo usciti per Penrose Records, insieme ai compagni di etichetta Thee Sacred Souls, gli Alton si preparano a pubblicare il loro album di debutto su Daptone. Con la voce principale condivisa da Adriana Flores e Brian Ponce, l’interazione tra i loro timbri unici porta una qualità romantica alla musica. Un disco intriso di ballate, duetti soul e psichedelia da tema di Bond.

THE WOMBATS – “Oh! The Ocean”
[AWAL]
indie-rock

Matthew Murphy parla della nascita del titolo: “Avevo avuto una mattinata particolarmente strana e non avevo dormito bene“, ha raccontato a NME.Ho portato la mia famiglia in spiaggia, nella zona di Orange County, i bambini erano fuori a giocare e io sono rimasto lì a guardare l’oceano. Ho visto l’oceano, le onde e tutto il resto come se fosse la prima volta. È stato come se fossi un alieno, fossi arrivato da un altro pianeta, fossi stato messo su una spiaggia e qualcuno mi avesse tolto la benda e mi avesse mostrato l’oceano. Mi sono detto: “Che cazzo è? Come ci è arrivato?“ È stata la cosa più stupefacente che mi sia mai capitata, davvero“.

KESTRELS – “Better Wonder”
[Darla]
shoegaze

È un album di delirio notturno che lotta con l’amore, la perdita e il culmine di una vita alla ricerca…di cosa? Il frontman Chad Peck non è ancora sicuro. I Kestrels sono un progetto nato nel 2008 che ha visto Peck suonare con un ampio cast di musicisti: questa volta la formazione comprende il bassista Jim MacAlpine e il batterista Michael Catano. “Better Wonder è “un disco notturno e pieno di ansia, scritto in un periodo strano“, dice Peck. “Ho vissuto da solo nei boschi per la maggior parte della mia vita adulta e ho amato quello stile di vita per molti aspetti. Ma in quel periodo c’erano così tanti cambiamenti, tumulti e sensazioni di follia intorno alle tre del mattino“.

VULTURE FEATHER – “It Will Be Like Now”
[felte]
indie-rock

Mile Taylor ci dice che il disco è un’opera sull’uomo contro la natura, con la differenza che l’uomo e la natura sono entrambi identità segrete di una terza cosa innominata. Le lacrime, l’oceano e la morte sono i personaggi principali, e l’iniziato può avere la sensazione che anche questi appartengano all’assoluto. Alla fine tutto si risolve in una terrificante e bellissima storia d’amore. Dal punto di vista sonoro, “It Will Be Like Now” proviene da un luogo in cui PiL e Jah Wobble non si sono mai separati.

FATHER JOHN MISTY- “I Love You, Honeybear Demos, Etc.”
[Sub Pop]
pop, songwriting

Pubblicazione digitale che raccoglie demo inizialmente pubblicati solo su cassetta nel 2015. Dentro ci trovi anche la versione acustica “Heart Shaped Box” dei Nirvana registrata durante una session radiofonica a SiriusXM.

MEREBA – “The Breeze Grew a Fire”
[Secretly Canadian]
songwriting

La cantante, chitarrista e rapper residente a Los Angeles al suo suo secondo lavoro solista, un disco sostenuto da arrangiamenti più sciolti e da un songwriting immediato.

THALA – “Avalanche”
[Fire Records]
indie-rock

“Mentre gli EP di 2023 rivisitavano capitoli dolorosi della sua vita, “Avalanche” offre una visione del mondo più focalizzata, affrontando questioni di cuore più mature. Attratti dall’emozione cerebrale dello shoegaze e dell’indie rock dei primi anni ’90, queste sono canzoni da vivere. Questa è musica pop che sboccia dalla strofa al ritornello, come Sharon Van Etten, con paesaggi sonori penetranti alla maniera di Ethal Cain e Wolf Alice. Un risveglio, pieno di positività e di propositi, dalla quotidianità della vita. “Avalanche” vede Thala colta in una dichiarazione di maturità e in una stridente evoluzione rispetto al suo lavoro precedente.

CIVILISTJAVEL! – “Foljd” EP
[Felt]
ambient, elettronica, drone

Tomas Bodén riporta il suo progetto Civilistjävel! in casa FELT, label di Copenaghen, con un album che disegna paesaggi sonori monocromatici glaciali, introspettivi e inquietanti.

CORDE OBLIQUE – “Cries and Whispers”
[The Stones of Naples Records]
indie-rock

Riccardo Prencipe ci parla così del disco: “Negli anni ‘90, quando avevo 18 anni, oltre ai miei Lupercalia, suonavo in un’altra band, facevamo metal estremo. Tuttavia a suo tempo trovavo quel genere un po’ di maniera e lo abbandonai, ma non ho mai smesso di ascoltarlo. Erano anni che sognavo di tornare alle mie origini, ma in modo diverso, meno convenzionale, facendo tesoro dell’esperienza di produzione discografica ventennale, e così ho scritto un album suddiviso in due volumi, apparentemente molto diversi, utilizzando la chitarra classica suonata con la tecnica da conservatorio e la chitarra elettrica che fondesse il post-rock con riff in stile death e black metal. Queste due sonorità sono da sempre convissute dentro di me.

THE ROYAL LANDSCAPING SOCIETY – “Fractals”
[Matinee]
indie-pop

Tre brani che segnano, finalmente, il ritorno degli spagnoli Royal Landcaping Society, sempre alla ricerca della pop-song più malinconica e struggente, sulle orme di indimenticati eroi della Sarah Records.