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Certo che essere fan dei The Royal Landscaping Society non è facile. La loro qualità va di pari passo che i tempi che spesso si dilatano fra le varie uscite del duo spagnolo composto da Cris Romero e David Vidal. Fosse per noi di meraviglie sonore simili ne vorremmo in continuazione, ma è giusto dire che queste attese non deludono mai, perché ogni nuova uscita targata RLS è decisamente meritevole di lodi e applausi. Non fa ovviamente eccezione il nuovo 7″ appena pubblicato dalla Matinée Recordings, ovvero “Fractals EP“, che contiene 3 gemme assolute degli spagnoli. Ecco che, vista anche la recente pubblicazione, abbiamo chiesto a Cris se avesse tempo e voglia di rispondere a un po’ di domande e lui ha subito accettato.

Ciao Cris, come stai? Che bello, finalmente, poter ascoltare nuova musica dalla RLS. Ma posso iniziare con una domanda che sembra provocatoria, ma in realtà non lo è, te lo assicuro. Perché i RLS hanno fatto così poche uscite discografiche negli ultimi anni?
Beh, non siamo mai stati particolarmente veloci nel fare musica e la vita e le sue complicazioni poi si mettono in mezzo. Stavamo lavorando a queste canzoni dal 2017 (anche prima di “Profit and Loss” e di alcuni brani di “Means of production”, entrambi usciti nel 2022!), ma per qualche motivo le voci non sembravano funzionare e ho deciso di ricominciare tutto nel 2023, rifare alcune delle tracce di accompagnamento e registrare di nuovo tutto. Ed è stata l’idea migliore in assoluto, perché ha contribuito a rendere le canzoni fresche per le nostre orecchie e suonano decisamente meglio.

In questi anni in cui non abbiamo avuto notizie di RLS, cosa avete fatto? Mi sbaglio o sei stato anche produttore per qualche band?
Per anni mi sono occupato di tecnica audio come ingegnere di mastering, anche se ho fatto anche qualche lavoro di produzione, che è il mio lavoro preferito (se solo potessi farlo a tempo pieno!). Ho fatto la pre-produzione per i Tears To Go, la nuova band di Elena Sestelo (dei When Nalda Became Punk), programmando la batteria e suonando alcune cose come il basso e le chitarre, anche se il mix finale e la produzione sono stati realizzati da Carasueño, che ha mantenuto le mie tracce ma ha anche aggiunto molti elementi. È un album fantastico, se non l’avete sentito, e vorrei davvero lavorare di nuovo con Elena prima o poi.

Ma possiamo considerare te e David come “quasi membri” degli Alpaca Sports? Ho visto alcuni video su YouTube in cui siete sul palco con Andreas e c’è anche Cristina Quesada! Non dirmi che accompagnerai Cristina nel tour di supporto ai Pains Of Being…
Avevo già suonato diverse volte con gli Alpaca Sports e David si è unito a noi nell’occasione di Indiefjord. Farò sicuramente parte della formazione per il loro concerto al Popfest di Madrid e spero che ci siano altri progetti in futuro, sarebbe divertente se anche David potesse unirsi a noi di nuovo! Non faccio parte del tour di Cristina, ma se la cava benissimo e ha sempre in serbo qualcosa di speciale.

Parliamo di questo nuovo EP. Le canzoni sono recenti o sono pronte da un po’? Mi ha molto incuriosito il fatto che l’ispirazione per la canzone “Fractals” sia venuta da un documentario sul rapporto tra matematica e natura. Puoi dirmi qualcosa di più al riguardo?
Abbiamo suonato “When There’s Nothing…” già durante un tour in Germania nel 2017 e credo che tutte e tre le canzoni risalgano a quel periodo. Trovo davvero interessante trarre ispirazione da cose un po’ inaspettate per le canzoni, ho solo bisogno di una scintilla iniziale per iniziare a raccontare una storia. Per “Swim” ho consultato l’articolo di Wikipedia sul nuoto sincronizzato; “Profit and Loss” nasce da una rabbia politica e ho tratto ispirazione da un cartone animato e da un articolo che mi piaceva molto, per “Fractals” avevo appena visto un documentario sulle strutture matematiche della natura e nella mia testa tutto si è collegato all’idea di “l’uomo è l’unico animale che commette due volte lo stesso errore“, vicina anche al testo di “No estaría mal no tener que saber qué es lo que va a pasar” di Astrud. Mi piace prendere cose che provengono dalla cultura pop o nerd o scientifica e trasformarle in qualcosa con un significato più personale.

Dopo tanti anni, la collaborazione musicale tra te e David Vidal funziona ancora allo stesso modo o è cambiato il modo in cui scrivete o registrate le nuove canzoni?
Credo che non sia mai stato esattamente lo stesso! Ora sentiamo il bisogno di suonare un po’ le canzoni prima di registrarle, perché molte buone idee e piccoli dettagli nascono dal fatto che entrambi ci sentiamo a nostro agio nel suonare le canzoni dal vivo. Prima era normale che creassimo le canzoni durante la registrazione e poi imparassimo gli arrangiamenti per suonarle dal vivo, una volta che erano già uscite.

“When There’s Nothing Left To Look Forward To” è davvero una delle vostre canzoni più belle e commoventi. Posso dire che ormai avete raggiunto il livello di perfezione dei vostri modelli di riferimento, come Brighter o Harper Lee? Mi viene davvero la pelle d’oca quando la ascolto. Immagino che anche tu sia molto soddisfatto di questa canzone….
Sono molto lusingato di sentirtelo dire e sono davvero contento che ti piaccia. Credo davvero che sia tra le nostre cose migliori. Ora sarà difficile essere altrettanto soddisfatti di tutto ciò che faremo dopo questa canzone.

Che bello questo video con le immagini sovrapposte. Come è nata l’idea che poi ha portato alla realizzazione
Onestamente non me lo ricordo. Ho sempre pensato a una camminata autunnale/invernale per la canzone, e cercando di renderla interessante, mi è venuta l’idea di registrarla al rallentatore e di sovrapporre diverse riprese. C’è quella parte dove predomina il colore rosa e doveva essere in qualche modo “aliena”, perché la canzone ha questa sorta di atmosfera spirituale e ultraterrena per circa mezzo minuto e avevao cercato di far suonare le voci di sottofondo in modo molto simile a Bowie. All’inizio doveva essere tutto saturo di bianco, ma visto che abbiamo usato tonalità di magenta per il disco, aveva senso scegliere quel colore.

Che bella “Untitled”, così semplice, con pochi elementi, eppure così struggente ed emotiva. Gli RLS vogliono sempre arrivare al cuore dell’ascoltatore, vero?
Sì, per me non avrebbe senso se non commuovesse me stesso o l’ascoltatore. Questa volta aveva senso mantenere le cose semplici, sia nella struttura che negli arrangiamenti. Il riverbero ha un ruolo molto più significativo di quanto possa sembrare, però, è essenziale per mostrare come la distanza cresca e si passi da una vicinanza emozionale a una lontananza distaccata. in modo addirittura cosmico.

Pensate che questo EP possa essere il primo passo verso un nuovo disco?
Stiamo già lavorando a un gruppo di nuove canzoni per un altro EP per l’etichetta francese Too Good To Be True Records (che è un po’ l’erede della Beko Disques, che aveva pubblicato il nostro primo album): avremmo dovuto consegnare tutto l’anno scorso, ma ancora una volta la vita si è messa in mezzo. Il piano per il futuro è lavorare a un album. Vorrei che fosse breve e dolce, in modo da poterlo inserire in un disco da 10 pollici, ma mi aspetto almeno 8 canzoni e faremo del nostro meglio per averlo pronto entro la fine dell’anno, anche se non si può mai dire…

Per chi non vi conosce, un buon punto di partenza potrebbe essere la raccolta “Means Of Production”, che raccoglie un po’ di vecchio materiale. Tra questi tuoi brani, riascoltandoli ora, c’è qualcosa che ti emoziona ancora particolarmente?
Penso ancora che “Frost” sia una delle nostre canzoni migliori, così come “Clean” o “Goodbye” (anche se non sono un fan dell’angoscia di quei testi, essere più vecchi a volte ti fa sentire più comprensivo con te stesso e con gli altri). Mi piacciono anche alcune delle cover, mi sorprende che la gente non ci dica che fra le tante adora quella degli Slowdive, visto che è molto bella, a mio modo di vedere. Abbiamo fatto così tante cover perché continuavamo a essere invitati a partecipare ad album tributo a gruppi che amiamo, ma ho sempre trovato divertente suonare cover e ho sicuramente intenzione di aggiungerne altre in futuro. Per esempio non abbiamo ancora registrato nulla che appartenesse in origine ai Trembling Blue Stars o ai Field Mice e sarebbe divertente fare un po’ di Siouxsie and the Banshees. Anche roba come i Carpenters o i Beach Boys sarebbe fantastica.

Beh, bene che tu sia andato sul discorso cover. Mi piace molto il lavoro che avete fatto sul brano degli Slowdive, ma permettimi di dire che, tra le tante cover ce n’è una che porto nel cuore, perché è quella di una delle mie canzoni preferite del mio gruppo preferito. Sto parlando di “A To Fade In” degli Adorable, che hai interpretato in modo splendido. Non pensavo che anche tu fossi un fan degli Adorable. Come ti sei avvicinato a questa cover? Avevi già un’idea chiara di come avrebbe suonato
Anche nel mio caso sono uno delle band che preferisco. Sono un fan di lunga data degli Adorable (mi sono perso la loro reunion per alcuni problemi inaspettati, ahimè) e ho suonato questa canzone alla chitarra fin dall’uscita dell’album (la mia band, quando ero adolescente aveva in repertorio ben 5 cover da “Against Perfection”). Ora aveva senso portarla in una direzione diversa, non ti sembra che suoni un po’ vicina al periodo di “The Head On The Door” dei Cure? Per me è importante rispettare gli arrangiamenti originali, perché credo che il songwriting non sia solo trovare una sequenza di accordi e una melodia vocale, ma anche gli arrangiamenti e la struttura sono una parte importante. Ma è anche divertente cercare di far funzionare quegli arrangiamenti con strumenti diversi da quelli originali e poi aggiungere i propri. Ed è più o meno quello che abbiamo fatto qui.

Caro Cris, ti ringrazio ancora per la tua gentilezza e ti lascio con le ultime domande. La prima riguarda il cibo. Spesso vedo sulla tua pagina Facebook molte foto di cibi che sembrano davvero deliziosi. Ma sei anche un cuoco? Ti occupi di cucina?
Grazie a te Riccardo. Mi piace cucinare, ma non sono un cuoco memorabile, mi limito a preparare pasti abbastanza decenti e a volte abbastanza buoni. Ma ovviamente adoro mangiare e spesso mi piace mostrare quando assaggio qualcosa di buono, sia fatto da me che quando mangio fuori. Penso di essere fortunato perché a Siviglia è relativamente facile mangiare bene!

La seconda domanda riguarda la tua barba…ma da quanto tempo la tieni così lunga? Hai mai pensato di tagliarla?
In realtà la taglio un po’ ogni mese o mese e mezzo per tenerla in ordine! Sta crescendo lentamente, ma anche più velocemente di quanto sembri, visto che è riccia e soffice ed è più lunga di quanto sembri. Ho la barba da anni, ma ho iniziato a farmela crescere seriamente solo due o tre anni fa: i grandi cambiamenti di vita, che, come ti dicevo hanno influenzato il mio fare musica, mi fanno sempre venire voglia di cambiare look e ti assicuro che la mia vita è cambiata molto negli ultimi anni. In senso positivo, il più delle volte!