Folk e sadcore alla base di “64″, un album intriso di malinconia in cui tutto suona dolcemente triste. Sonorità intime e delicate, prevalentemente acustiche, per affrontare nel segno dell’arte tutto ciò che ha afflitto o affligge lo spirito di Alberto Casadei, già voce e chitarra per la band romagnola Solaris. Questo suo nuovo progetto chiamato Casademoni, condiviso con il batterista Glauco Taddei, rappresenta l’esatta antitesi del gruppo col quale si è fatto conoscere, che propone un noise rock in italiano molto ruvido e incazzato.

Nei nove pezzi di “64″, al contrario, non v’è alcuna traccia di furia elettrica. Si avverte però in maniera costante un filo di dolore vero e profondo che non respinge, bensì attrae l’ascoltatore invitato a farsi cullare dai brani cesellati con cura dal Casadei, un songwriter di gran classe che riesce a dar forme musicali ben definite a tutte quelle inquietudini, tutti quei tormenti e tutti quei languori coi quali noi esseri umani facciamo i conti quotidianamente.

Le atmosfere meste e sommesse che avvolgono le note di Casademoni non hanno nulla di fastidioso. “64″ è il ritratto coraggioso di un cantautore che decide di dare un suono alle sue emozioni e condividerle sotto forma di canzoni che sono belle perché fragili, essenziali e prive di fronzoli. Ed è giusto così: brani ridotti all’osso (tutto si basa sulla voce e sulla chitarra acustica di Alberto Casadei) anche se, di tanto in tanto, non mancano arrangiamenti più elaborati per dar spazio anche a strumenti tutto sommato atipici per il genere alt folk, come il theremin e i sintetizzatori. Particolarmente consigliato l’ascolto della canzone “Rejoice”.

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