Jojo Orme, la giovane ragazza dal nome d’arte di Heartworms, aveva catturato la mia attenzione ai tempi del singolo “Consistent Dedication” uscito verso la fine del 2022 che aveva la caratteristica di colpire al primo ascolto per ritmo, freschezza e interpretazione.

Credit: Gilbert Trejo

Ecco dopo qualche anno il suo album di debutto, dopo l’interessante EP “A Comforting Notion” con il quale aveva iniziare a mettere a fuoco il suo sound, eccola ora dopo aver affilato per bene le armi presentarsi pronta alla battaglia con un lavoro a tratti spavaldo, curato nei suoni tra chitarre e synth, una sorta di dance-punk con alcune tinte di goth fatto davvero bene e capace di richiamare sapori anni 80 ma non solo.

Alla produzione troviamo Dan Carey (Fontaines DC, Squid, Wet Leg) che ci fa capire come la nostra Jojo sia considerata e come ci sia una cura particolare nella realizzazione di un album che ci propone una versione matura e completa di un’artista che, anche vocalmente, sembra essere cresciuta ricordando a tratti ora Kate Bush e Siouxsie Sioux.

I brani sono dominati da una base ritimica synth, aiutata da vari effetti, che però non danno un carattere gelido all’album ma anzi fanno da contrappeso alla chitarra fulgida e alle linee melodiche e accattivanti di Jojo Orme, riuscendo a rendere assolutamente variegata la proposta musicale e mantenendo sempre un ritmo alto.

Superata l’intro “In the Beginning” che ci ricorda che prima del creato regna il silenzio (o quasi), il vero inizio è “Just to Ask A Dance” un pezzo musicalmente corposo e con un crescendo subito seducente, che dire un grande inizio seguito da “Jacked” che direi va ancora meglio con elettronica a tratti dominante e a tratti dominata, un brano che sarà sicuramente capace di scatenare il dancefloor nei live.

Tutto l’album è una seguenza riuscita di brani che potrebbero essere tutti scelti come singoli, è vero ogni tanto qualche base ritmitica elettronica fa venire in mente qualche altra base già sentita, ma nel complesso è un album decisamente divertente e, nonostante riconoscessi a Heartworms una certa qualità, per certi versi inaspettato.

Nella parte centrale troviamo dei temi ricorrenti (è risaputa la passione Jojo Orme per l’aeronautica militare e le divise che spesso indossa) e così “Extraordinary Wings”, sentita e coinvolgente, sembra esprimere una considerazione sulla guerra (e sul voltarsi a guardare altrove) non banale, e “Warplane”, dedicata a William Gibson Gordon , un pilota di Spitfire che fu ucciso durante la seconda guerra mondiale a soli 20 anni.

Il finale ci regala ancora altri brani interessanti, “Smuggler’s Adventure” meno elettronica e più chitarra in una costruzione ipnotica e decisamente riuscita, fino alla conclusiva “Glutton for Punishment” con un inizio particolare con chitarra e voce che poi si trasforma in un brano completamente diverso, davvero un bel finale.

Amo da sempre in modo particolare gli esordi sia quando sono brillanti sia quando mostrano band ancora non pienamente centrate, ma in questo caso direi che siamo nella categoria esordi brillanti, Jojo Orme risulta essere ispirata e coinvolgente esprimendo anche una maturità vocale che la rende capace di affrontare ogni brano con grande personalità, ottimo esordio applausi.