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Dopo essersi sciolti nel 2019, The Pains Of Being Pure At Heart hanno annunciato qualche mese fa il loro ritorno per celebrare i quindici anni del loro omonimo primo LP, uscito nel 2009 per la Slumberland Records.

Proprio pochi giorni fa la label statunitense ha pubblicato un disco con le canzoni di quel lavoro più alcune rarità e piccole perle, chiamato “Perfect Right Now: A Slumberland Collection 2008-2010”.

La formazione è quasi interamente quella originale che vede la presenza di Peggy Wang (tastiere, voce) e Kurt Feldman (batteria) insieme al loro storico chitarrista Christoph Hochheim , oltre a quella di Kip Berman, unica costante della band del New Jersey nel corso degli anni. Solo al basso manca Alex Naidus, sostituito in questo tour da Eddy Marshall.

In apertura di questa serie di concerti tra Portogallo e Spagna c’è Cristina Quesada, artista giustamente molto amata qui nella redazione di Indieforbunnies.

La musicista madrilena gioca in casa e la numerosa folla presente stasera al LuLa Club, situato sulla Gran Via, la supporta giustamente.

La spagnola si presenta sul palco insieme al marito Andreas Jonsson, apprezzato componente degli svedesi Alpaca Sports: per una mezz’oretta i due allietano il pubblico della capitale con il loro delizioso indie-pop scritto con synth e chitarra. Possiamo quindi gustare le canzoni del disco più recente di Cristina, “Dentro Al Tuo Sogno”, e perfino un brano dal recentissimo nuovo LP degli Alpaca Sports, “Another Day”, uscito a gennaio per la spagnola Elefant Records.

L’unico peccato è che non ci sia una live band a supportarli e che buona parte della strumentazione sia preregistrata: sicuramente ciò potrebbe portare dinamiche sonore più spaziose, ma intanto ci godiamo comunque la bellezza che abbiamo appena ascoltato.

Pochi attimi dopo le nove e venti ecco finalmente arrivare sullo stage i Pains Of Being Pure At Heart: la sala del LuLa Club è davvero strapiena e, se non si è raggiunto il sold out, davvero mancava molto poco.

Come è giusto che sia la serata viene aperta da “Contender”, opening-track appunto del disco d’esordio della formazione guidata da Berman: la morbidezza di questo pezzo stasera è ancora più evidente e i Pains non forzano mai, lasciando invece che la voce soft di Kip non venga superata dalle chitarre fuzzy.

Si procede in perfetto ordine di tracklist e quindi subito dopo è il turno di “Come Saturday” e diventa impossibile resistere e non muoversi: i coretti sono totalmente irresistibili, la velocità si alza, i ritmi si fanno serrati e la strumentazione si fa decisamente rumorosa, mentre la melodia è regina sovrana. Bellezza assoluta!

Eh sì, ci tornano in mente con nostalgia le tante belle serate estive passate in spiaggia all’Hana-Bi di Ravenna con gli amici e in compagnia del gruppo del New Jersey e della sua musica, che la rende un tutt’uno con il mare Adriatico. Non è un caso se queste memorie ci tornano proprio durante “Young Adult Friction”, una delle nostre preferite in assoluto della discografia dei Pains: mentre il basso di Marshall graffia e le tastiere di Peggy disegnano perfezione melodica, non possiamo che ballare, mentre godiamo di ogni singolo attimo di questa serata magica.

E questa meravigliosa sensazione continua anche con “Stay Alive”, cantata da Kip con qualche tono più sotto rispetto al solito forse anche a causa della tosse e di qualche sintomo influenzale che ci è sembrato averlo colpito: questo non rovina comunque il brano, anzi lo rende anche più emozionante e le sei corde, dapprima pulite e cristalline, in seguita ci regalano meravigliose progressioni noise-pop ed è bellissimo gustare la melodia in mezzo a tutto quel rumore.

Sono ancora una volta le scintillanti tastiere della Wang le protagoniste di una “Teenager In Love” incredibilmente poppy, prima che la rumorosa “Gentle Sons” chiuda il mainset.

Kip e compagni non si fanno pregare e tornano dopo pochi attimi per un sostanzioso encore, pescando cose incredibili come “Doing All The Things That Wouldn’t Make Your Parents Proud”, estratto dal loro primo omonimo EP realizzato nel 2007.

C’è spazio anche per “Belong”, title-track del loro album del 2011, un equilibrato mix tra la dolcezza dei vocals di Kip e la rumorosa determinazione delle chitarre della formazione statunitense.

“The Pains Of Being Pure At Heart” chiude la serata in bellezza con notevoli progressioni e tante emozioni, alzando nuovamente il ritmo a livelli notevoli.

Un’ora molto piacevole passata in compagnia di Berman e soci che ci hanno portato con nostalgia a riassaporare quei suoni che tanto avevamo amato qualche anno fa: una reunion azzeccata e molto gradita e non vediamo l’ora di ritrovarli a maggio al circolo Magnolia di Segrate come headliner del Mi Ami.