“The Villager’s Companion” raccoglie materiale registrato durante le sessioni di “Villagers” del 2023, ma che non ha trovato posto in quell’uscita. Questa raccolta offre una prospettiva unica, catturando l’essenza del viaggio dei Califone.

Credit: Federico Pedrotti

Siamo atterrati in qualche aeroporto degli USA e abbiamo noleggiato un’auto americana digrossa cilindrata. Ci mettiamo alla guida e senza accorgecene ci ritroviamo soli lungo qualche highway e la radio passa i Califone. Cambiamo stazione ma ci accorgiamo che in ogni frequenza ritorna il loro sound. La loro musica al meglio, contornata da suoni e rumori, senza soluzione di continuità. E noi ascoltiamo, persi tra le grandi strade del loro underground country.

L’album ci porta nel cuore della magia di Califone: accordi di pianoforte immersi tra i riverberi, strati primitivi di elettronica e rumori, country ossuto e spettrale, una voce calda e stanca insieme. Un’esperienza strana e familiare insieme. Evocativa e inquietante.  Guidiamo su un’infinita carreggiata diritta e ci perdiamo in un sogno a occhi aperti, viviamo tra gli spazi tra le frequenze radio, tra le stazioni destinate a non essere ascoltate. Segnali fugaci che riecheggiano, suoni che respirano e brillano in un lento decadimento.

“Every amnesia move”, si muove sinuosa con strofe accattivanti e un ritornello delicato. “Burn the sheets, bleach the books” ammicca ai Crazy Horse ma come se li mostrasse da lontano, un poco sfocati e nostalgici. Rumori e voci sussurate introducono “A blood red corduroy” che vive di accordi di pianoforte e ticchettii. La voce di Tim Rutili sorseggia frasi delicate e assonnate. “Jaco Pastorius” è un country rutilante fatto di carillon e piccole invocazioni randagie. “Gas station roller dogs” è tutta note che scivolano e voce di coyote che prega. “Antenna mtn death blanket” sembra davvero una filastrocca clandestina uscita fuori non si sa come da qualche stazione radio fantasma. C’è tempo per una ballata come “The bullet b4 sound” che introduce gli ultimi due pezzi, due cover. “The Family Swan” dei Mecca Normal e “Crazy as A Loon” di John Prine. Deliziose e profonde.

“The Villager’s Companion” è un’aggiunta preziosa al catalogo dei Califone. Si prende tutto il tempo per regalarci le sfumature che caratterizzano il loro stile unico.