Gli instancabili The Men danno alle stampe un nuovo album con il fido produttore Travis Harrison (Guided by Voices, Built to Spill) capace come pochi, registrando direttamente su nastro analogico alla vecchia maniera, di mettere in risalto la furia musicale di Nick Chiericozzi, Kevin Faulkner, Mark Perro e Rich Samis.

“Buyer Beware” ammonisce il titolo e “Pony” rincara la dose a suon di “The world is ending / grab a seat / enjoy the ride” tra chitarre distorte e rumorosissime che contagiano anche “At The Movies” coi suoi riff infuocati e le tastiere impazzite. Attitudine mai così lo – fi e aggressiva come dimostrano la title track con tanto di sassofono, “Fire Sermon” e “PO Box 96″ dall’impeto hardcore.
Le melodie pop di “Charm” arricchiscono il quadro come l’hard rock di “Black Heart Blue” ma è “Nothing Wrong” la vera sorpresa e uno dei brani migliori, con un inizio teso e un finale esplosivo. Buona anche “Control” con la batteria e le chitarre a tutto volume, più classica, massiccia e strutturata “The Path” con echi metal e doom, mentre “Tombstone” e “Get My Soul” puntano al rock duro, graffiante e sfrenato.
“When you gonna stop running?” si chiedono i The Men, non ora di certo a giudicare dai ritmi veloci e indiavolati di questo disco che non crea nulla di nuovo ma regala un po’ di sano, deciso, liberatorio livore. Il ritorno al garage rock sperimentato con “New York City” non sembra più momentaneo ma definitivo e convinto, una ribellione al mondo delle note perfette e dell’autotune ad ogni costo.