Sembrano già avere le idee chiare gli esordienti Quinine, un quintetto californiano che ha appena fatto il suo esordio con un EP intitolato “World Tattoo”. Quattro brani per presentarsi al mondo con un sound costruito su vecchi modelli ma incredibilmente fresco, dinamico e originale. Non capita tutti i giorni di avere tra le mani lavori di questo livello qualitativo prodotti da emeriti sconosciuti che, basandomi solo sullo striminzito comunicato stampa che accompagna l’uscita del disco, non sembrano neanche troppo interessati a uscire dall’anonimato.

Credit: Bandcamp

Poche parole a fare da biglietto da visita: i Quinine sono – cito testualmente – una band rumorosa che suona canzoni. Ma in queste canzoni c’è un intero mondo musicale che va dal noise dei Sonic Youth al post-hardcore melodico dei Narrow Head, passando ancora per il math rock nervosissimo dei Colossamite e lo shoegaze d’impatto degli Swervedriver.

Il gruppo fonde tra loro queste diverse sonorità, tutte figlie dei gloriosi Nineties, con gusto e dovizia di dettagli, con le chitarre di Taylor Kohl, Cole Apperson e Zack Bissell a tessere riff sempre intricati e suggestivi (particolarmente intrigante quello di “Waste Of Time”, un ottimo brano in stile post-punk con vaghissime reminiscenze dei King Crimson anni ’80).

La musica dei Quinine è composta da più strati. Di primo acchito potrebbe sembrare persino complessa, avvolta in quel velo di indefinibilità che avvolge tutte le band che hanno il coraggio di sperimentare ed esprimere qualcosa di innovativo, seppur sfruttando elementi già noti.

In realtà nel sound atmosferico e variegato proposto dal gruppo di Sacramento non c’è nulla di particolarmente articolato. Sono semplicemente molto bravi a scrivere e suonare canzoni rumorose ma ammalianti, caratterizzate da melodie eteree (la sognante ma energica title track, la super-shoegaziana “Why Even”) e ritmi nervosi presi in prestito dal post-punk (“He’s Fine”). Si spera che a questo breve ma gustoso EP faccia presto seguito un vero e proprio full-length, perché le premesse sono davvero molto interessanti.