Quando si dice la coincidenza, ma quando bene si associa questo EP con l’inizio della primavera, una musica che apre gli spazi e una stagione che sprigiona desiderio, una voglia di respirare a pieni polmoni di quello che ci succede attorno e di farsi travolgere da questi suoni come se non ci fosse un domani.

4 canzoni che rinverdiscono la fama da cult band degli Swervedriver, tra i meno celebri dell’infornata nineties, forse perchè rimanevano in bilico fra i generi, non sempre catalogabili, troppo rumorosi per i shoegazers, troppo complessi forse per il grunge ma la formula era vincente e resiste anche in questo decennio, dopo il buon ritorno post 2000; adesso abbiamo 4 canzoni da bersi tutte in un fiato, eccitanti come il vero rock epidermico, stratificate come le migliori loro produzioni, con all’interno lo stupore dei primi passi, come una band alle prime armi in verca di consensi, 4 brani gettati in pasto ad un pubblico caro, devoto e selezionato, in attesa della nuova strada da percorrere.
Ascoltatele tutte di seguito, o al contrario, la terza prima della seconda o la seconda dopo la quarta, il risultato non cambia, “Pack Yr Vision”, “Volume Control”, “The World’s Fair” e “Time Attacks” sono il migliore antidoto verso la frustrazione dei tempi moderni, un rock sano, eccitante, vivo e classico, un EP che concentra nella sua miniatura un impatto mai noioso, sempre ad alti livelli, con le chitarre che entrano giuste e sferzanti, con melodie che ritornano subito dopo un’ascolto, appunto un classicismo negli arrangiamenti e un semplice e riconoscibilissima produzione anni 90 che non può tradire stanchezza, ma aderenza e gran gusto.
Rock on