Gli Orange Juice hanno rappresentato una pagina importante del pop rock scozzese d’inizio anni ottanta e anche dopo la fine di quell’avventura il chitarrista e cantante Edwyn Collins si è ritagliato una carriera solista di tutto rispetto tra hit come “A Girl Like You” e nove album molto diversi tra loro.

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“Nation Shall Speak Unto Nation” inaugura un anno che potrebbe / dovrebbe segnare il ritiro dalle scene per Collins che dopo un ultimo tour celebrativo non farà più concerti, scelta dettata principalmente dai problemi di salute sopraggiunti dopo le gravi emorragie celebrali che l’hanno colpito anni fa. Un disco che lo vede  circondato da musicisti e collaboratori fidati, adattissimi al sound di questi brani.

Non c’è nulla di rassegnato o arrendevole nel sound melodico e consapevole di “Knowledge” che sfrutta al meglio il sax e le voci di Lena Wright e Bianca White ai backing vocals, nella riflessiva e nostalgica “Paper Planes”, nel ritmo vivace di “The Heart Is A Foolish Little Thing”. Un equilibrio sottile tra eleganza (“The Mountains Are My Home”) e il suono più  sobrio di “Strange Old World” con tastiere, sassofono e chitarre in evidenza.

C’è speranza nonostante tutto tra le note della title track, in “Sound As A Pound”. Menzione speciale per “The Bridge Hotel” veramente suggestiva e vicina a sonorità folk che introduce un finale intenso affidato alla romantica “A Little Sign”, alle armonie deliziose di “It Must Be Real” e “Rhythm Is My Own World” che fa capire ancor meglio quale sia il metodo di lavoro di Collins autore di trentasette minuti piacevolmente ispirati.