Nu?? Lucian, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Lenny Kravitz torna in Italia per due date a supporto del suo dodicesimo LP, “Blue Electric Light“, uscito lo scorso maggio via BMG.

Il sessantenne musicista di New York City questa sera si trova alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO) per il primo dei suoi due appuntamenti nel nostro paese.

La sua ultraquarantennale carriera lo ha portato ovunque nel mondo e allo stesso tempo gli ha dato tantissimi riscontri positivi sia da parte della stampa che dei fan.

Questa sera l’Arena è decisamente piena, anche se non sold-out: tra il pubblico sentiamo voci provenienti da ogni parte d’Italia, segno che il concerto ha suscitato davvero molto interesse ovunque.

Sono quasi le nove e venticinque quando Lenny e la sua numerosa band salgono sul palco della venue emiliana per l’incredibile gioia dei numerosi presenti: dopo un breve intro soft, utilizzando una parte di “Blue Electric Light”, title-track della sua fatica più recente, è subito l’anima più intensa e più rock del musicista statunitense a prendere il sopravvento e la vecchia “Bring It On”, datata 2008, sembra un inizio perfetto per questa serata. Con quei suoi riff elettrici ed esplosivi, la canzone accende fin da subito gli animi dei fan emiliani, mentre Kravitz si avvicina spesso al pubblico che risponde esaltato.

Il primo estratto ufficiale da “Blue Electric Light” è invece “TK421″, rumoroso e cattivo con quella sua anima fatta di synth e chitarre e quella spinta funk che aggiunge una irresistibile voglia di ballare.

Il percorso di oggi torna poi indietro fino al 1991 ripescando l’eccitante “Always On The Run”, piena di energia, belle melodie, schitarrate e impreziosita dal lavoro del trio di fiati che accompagna Lenny in questo tour a supporto del suo nuovo album.

E’ poi la volta di “I Belong To You”, ma prima Kravitz ringrazia sentitamente i fan italiani, raccontando la sua gioia per esssere ritornato nel nostro paese: il brano spazia tra momenti poppy e influenze soul, dove si nota soprattutto l’eccellente lavoro delle percussioni.

L’atmosfera si fa molto romantica con “Stillness Of Heart”: non mancano le schitarrate, ma è la dolcezza del ritornello, graziato da una meravigliosa melodia, che ci colpisce, mentre il musicista di NYC lascia che sia il pubblico bolognese a cantare il pezzo in uno degli attimi più suggestivi e toccanti della serata.

Ci aspetta poi una doppietta dal nuovo LP: prima “Honey”, dedicata proprio ai presenti all’Unipol Arena stasera, con quella sua anima funk e black, ha un’atmosfera molto rilassata e romantica e permette ancora una volta ai fiati di emergere, mentre la successiva “Paralyzed” ci riporta verso tonalità più rumorose e rock con imponenti riff, che mostrano la cattiveria e l’esplosività di Lenny e della sua band.

“Low” poi ci regala un altro momento R&B con ottime percussioni saltellanti e quella sua incisività.

Poco dopo Lenny si fa passare il telefono da una ragazza delle prime file e conversa in videochiamata con una fan che era a casa, invitandola a raggiungerlo qui all’Arena, promettendo di aspettarla e di farla entrare al concerto, in caso avesse potuto raggiungere Casalecchio: Kravitz si sposta poi al piano per “I’ll Be Waiting”, per un altro attimo di totale romanticismo, anche se le sei corde fanno comunque sentire la loro presenza. Nel mentre Casalecchio sembra accendersi con numerosi telefoni che illuminano tutta la venue, mentre i fan oscillano delicatamente, seguendo il ritmo gentile di questo meraviglioso pezzo, che dopo tanti anni riesce ancora a mettere i brividi anche in questa sua versione live.

Dopo aver introdotto ogni singolo componente della sua band, che riceve i meritati applausi dai presenti, lo statunitense ci riporta in un altro nostalgico tuffo nel lontano passato con “It Ain’t Over ‘Til It’s Over”, altro estratto da “Mama Said” (1991), dove esce ancora la sua parte più black. La tranquillità del brano è decorata con leggerezza e con il suo falsetto, mentre il trio di fiati aggiunge ulteriore qualità.

A chiudere il mainset ci pensa la doppietta che tutti stavano aspettando formata da “Fly Away” e “Are You Gonna Go My Way”: fiumi di rock, esplosivo ed eccitante, dove l’adrenalina scende come pioggia e gli iconici riff di chitarra diventano qualcosa di totalizzante. Un finale unico e irripetibile e un perfetto invito per i fan a danzare.

L’encore poi prevede una sola canzone, “Let Love Rule”, title-track del suo album d’esordio, uscito nell’ormai lontano 1989: la lunghissima versione di stasera porta leggerezza e tantissima passione e vede Lenny, durante la jam conclusiva, scendere in mezzo al suo pubblico adorante.

Un’esperienza di oltre due ore che ci ha regalato momenti pieni di energia uniti ad altri più soul, dando modo di esplorare le numerose sonorità utilizzate dal sempre brillante Kravitz durante la sua carriera: uno show completo che, non solo ci ha fatto conoscere meglio “Blue Electic Light”, ma ci ha permesso anche di riascoltare anche tante perle estratte da quasi tutti i suoi album. Lasciamo la Unipol Arena, andando a prenderci la pioggia che bagna l’Emilia in questa serata, ma il cuore è davvero pieno dei meravigliosi ricordi che questo concerto ci ha lasciato.